I grillini finanziano il microcredito. E la precaria diventa imprenditrice

“Digital 2.0”, in via Fuser a Somma Lombardo, è uno dei quasi mille progetti in tutta Italia che ha ricevuto un finanziamento di “microcredito” del Movimento Cinque Stelle

Microcredito a Cinque Stelle: «Funziona davvero». In provincia di Varese la prima startup finanziata con i soldi restituiti dagli eletti del MoVimento di Beppe Grillo: è un laboratorio informatico per la riparazione di telefoni cellulari.
«Senza questa opportunità non ci sarei mai riuscita» ammette Annamaria Carluccio, la titolare della nuova attività, che ha potuto coronare il sogno di diventare imprenditrice dopo una serie di contratti di collaborazione a progetto.
“Digital 2.0”, in via Fuser a Somma Lombardo,

è uno dei quasi mille progetti in tutta Italia che ha ricevuto un finanziamento di “microcredito” da 25mila euro (che in alcuni casi può arrivare fino a 35mila euro), grazie ai 14 milioni di euro di indennità “restituite” che i parlamentari del Movimento Cinque Stelle hanno deciso di destinare ad un fondo di garanzia del Ministero dello Sviluppo Economico. Una decina di giorni fa l’attività è stata inaugurata, alla presenza della consigliera regionale dei Cinque Stelle Paola Macchi, che ammette: «Donne come Annamaria mi riempiono di orgoglio».

Non è stato facile, perché la neo-imprenditrice ha dovuto completare un percorso iniziato dieci mesi fa con la domanda presentata al Mise. «È stato un duro lavoro, ma ci ho creduto tanto – racconta Annamaria Carluccio – prima lavoravo solo con contratti di collaborazione a progetto e nessun istituto di credito mi voleva concedere un prestito, nonostante potessi mettere una prima casa di proprietà come garanzia. Senza questa opportunità del microcredito, non sarei riuscita ad avviare questa attività». Ora il negozio è fisicamente aperto, e l’avventura di Digital 2.0 è iniziata. È la prima attività aperta grazie al microcredito erogato con i soldi restituiti dai nostri portavoce a Roma» afferma Paola Macchi. La prima ad aver fisicamente avviato la “macchina”, anche se non l’unica ad aver ottenuto i 25mila euro di finanziamento per la fase di startup, che potranno essere restituiti a tassi agevolati grazie alle condizioni fornite dagli istituti convenzionati con il Mise.

Entro il 2016, secondo le stime del Movimento, saranno almeno quattromila in tutta Italia le erogazioni (erano 904 allo scorso 7 gennaio). Insomma, il bando per il microcredito si rivela una cosa seria, molto seria, soprattutto per quei potenziali imprenditori che sono vittime della stretta creditizia degli ultimi anni. Ora persino le quattromila filiali della banca Intesa Sanpaolo si stanno attrezzando per ricevere le domande, mentre sono quattromila in tutta Italia (dieci in provincia di Varese) i consulenti del lavoro che hanno dato la disponibilità a seguire le microimprese con attività di assistenza e monitoraggio per la fase di startup.
Il fondo alimentato con le “restituzioni” dei parlamentari grillini non è altro che un “sotto-conto” del fondo di garanzia per le Pmi istituito presso il Ministero: serve a permettere alle piccole imprese, se rispettano alcuni requisiti, di ottenere dei finanziamenti dalle banche senza dare in cambio una garanzia reale, come una casa o un capannone.
L’attenzione dei “grillini” nei confronti delle tematiche legate al lavoro rimane alta. Ieri ad esempio è stata approvata in Regione Lombardia una risoluzione del Movimento Cinque Stelle per l’alternanza scuola/lavoro. «La Buona Scuola la impone – spiega Paola Macchi – ma il costo e la complessità dell’iscrizione all’apposito registro delle imprese disponibili ad accogliere gli studenti in stage rendono insufficienti i posti a disposizione degli studenti».