In Italia il 31% dei ragazzi non studia e non lavora

Eurostat - Al nostro Paese il primato negativo dei “neet” (Not in education, employment or training)

Italia con il triste primato europeo dei giovani Neet tra 20-24 anni. Cioè ragazzi che non studiano, non lavorano e non prendono parte a programmi di formazione. Lo dicono i numeri pubblicati recentemente da Eurostat, che evidenziano in modo impietoso la situazione drammatica degli italiani in questa fascia di età. In Italia, infatti, rientra in questa particolare “categoria” il 31,1% dei ragazzi nella fascia di età compresa fra i 20 e i 24 anni, in Grecia il dato è

pari al 26,1%, in Croazia al 24,2%, in Romania al 24,1%, in Bulgaria al 24%.Tutt’altra musica in Olanda, in cui i dato è pari ad appena il 7,2%, in Lussemburgo all’8,8%, in Danimarca, Germania e Svezia al 9,3%. In Europa la media dei Neet è al 17,3%, si tratta di 5 milioni di giovani. E i numeri attuali sembrano confermare una tendenza di lungo periodo, poiché dal 2006 ad oggi il maggior aumento in questa speciale “categoria” si è registrato proprio in Italia.Nel decennio oggetto dell’indagine i Neet italiani sono balzati dal 21,6% del 2006 al 31,1% del 2015, con un aumento di 9,5 punti, percentuali; in Grecia l’aumento è stato di 9,3 punti, in Spagna di 9 punti, a Cipro di 8,5 punti. Aumenti molto più contenuti, compresi tra 4 e 5 punti, in Romania, Portogallo, Regno Unito, Finlandia. Nel 2006 l’Italia già presentava la seconda maggior percentuale di giovani Neet dopo la Bulgaria, nel 2015 ha conquistato invece un non invidiabile primo posto I paesi che, nel decennio 2006-2015, hanno registrato le maggiore flessioni di giovani Neet sono stati la Germania (dal 15,2% al 9,3% con un calo pari a -5,9 punti), la Bulgaria (5,3 punti), la Svezia (-3,4 punti), la Repubblica Ceca (-2,9 punti), la Polonia (-2,8 punti). Nel periodo 2006-2015 la percentuale dei giovani Neet nella Ue è passata mediamente dal 16,3% al 17,3%.