La battaglia è terra-aria. Ryanair dice no all’addizionale

Il caso - L’ad O’Leary contro la tassa comunale sui diritti d’imbarco: «Frena la crescita economica»

Ci pensa , l’amministratore delegato di Ryanar, a portare coi piedi per terra il governo italiano. L’addizionale comunale sui diritti d’imbarco che dal 1 gennaio è passata da 6,50 a 9 euro, non va proprio giù a molte compagnie aeree, low cost in primis. Una gabella tutta e soltanto italiana che chiede 9 euro ad ogni passeggero nel momento in cui compera un biglietto aereo e che pesa come un macigno sui vettori low cost che fanno delle tariffe a basso c osto il loro valore aggiunto.

«In un momento in cui l’Italia sta soffrendo un’alta disoccupazione giovanile, in particolare al Sud, il turismo è uno dei settori vitali che può creare posti di lavoro. Tassare i visitatori in Italia per creare un fondo che vada a pagare le pensioni e la riqualificazione professionale degli ex piloti Alitalia creerà un danno incalcolabile al turismo e al lavoro italiani», l’affondo di O’Leary.

Così ieri mattina, all’hotel Park Hyat di Milano, durante la conferenza stampa per annunciare il record di prenotazioni sulle 71 rotte che Ryanair consente da Orio al Serio (67 rotte) e Malpensa (4 rotte), il piatto forte è stato l’incontro tra O’Leary e il ministro dei Trasporti . «Siamo particolarmente entusiasti delle nostre 6 nuove rotte per Bucarest, Colonia, Comiso, Londra e Siviglia, che crediamo ci aiuteranno a trasportare oltre 10 milioni di clienti all’anno presso i 2 aeroporti di Milano, Bergamo e Malpensa», la premessa di O’Leary. «Voglio anche dare il benvenuto alla tempestiva decisione del ministro Delrio della scorsa settimana di fare retromarcia sull’aumento della “tassa municipale” e di ridisegnare le linee guida aeroportuali che ristabiliranno le possibilità degli aeroporti italiani regionali e delle isole di competere per nuove rotte e nuovi posti di lavoro con aeroporti simili in Grecia, Spagna e Portogallo».

Chiarissimo l’ad della low cost irlandese: «Se Delrio toglierà il rincaro della tassa, siamo pronti a rivedere il nostro disimpegno sugli scali di Pescara, Alghero e Crotone che produrrebbe 800.000 passeggeri in meno in Italia». Pronti, insomma, ad aprire le negoziazioni con alcuni aeroporti regionali a fronte anche del ridisegno da parte del ministro delle linee guida. «Togliere la tassa significherebbe, nei prossimi 8 anni, avere 50 milioni di passeggeri in Italia e circa 17.000 posti di lavoro in più – sostiene O’Leary – È una tassa contro la crescita economica». Intanto, su Malpensa, Ryanair non preannuncia nuove destinazioni. Rimangono Bucarest, Comiso, Londra e Siviglia con un solo aereo basato in brughiera. Ma, aggiunge O’Leary: «Con l’arrivo dei nuovi aerei, potrebbero esserci nuove rotte la primavera prossima».