Le aziende varesine vogliono i giovani

Le aziende varesine guardano ai giovani. Tra tutte quelle che hanno in programma un’assunzione nel 2014, un terzo afferma di cercare espressamente un under 30.

Sono numeri confortanti quelli elaborati dall’ufficio studi della Camera di Commercio di Varese a partire da dati Excelsior, soprattutto in una provincia che la scorsa primavera ha visto il tasso di disoccupazione per i giovani tra i 15 e i 24 anni toccare la quota record del 39,1%.

Secondo la Cciaa, il 33% delle imprese che si preparano ad ampliare il proprio organico punta espressamente ad assumere un under 30. Un dato in crescita rispetto al 32% registrato lo scorso anno, ma soprattutto superiore di 6 punti percentuali alla media nazionale, che si ferma al 27%.

Allargando il raggio alle assunzioni per le quali l’età non è un requisito importante, «si stima che le opportunità per i giovani varesini potranno raggiungere quasi il 56% del totale dei nuovi ingressi nelle aziende del territorio», si legge in una nota diffusa ieri da piazza Montegrappa.

Segnale incoraggiante, insomma, in un quadro che rimane però a tinte fosche. Il saldo tra entrata e uscita dal mondo del lavoro rimane infatti negativo: se nel 2014 sono previste 9.520 assunzioni, i licenziamenti e i mancati rinnovi dei contratti toccheranno quota 12.280. Detto altrimenti, quest’anno la crisi brucerà quasi 3mila posti di lavoro.

Da evidenziare poi che le imprese varesine prediligono il ricorso a contratti di natura dipendente, ovvero tempo determinato o indeterminato. Una fattispecie che riguarda il 90% delle nuove assunzioni previste per il 2014. I contratti di collaborazione a progetto (540 in tutto) e le altre forme come la partita Iva (400 i nuovi posti previsti) restano marginali. Almeno stando ai numeri forniti dalla Cciaa.

Ma quali sono le professionalità richieste dal mercato del lavoro varesino? Crescono le richieste di profili ad elevata specializzazione e di tecnici, che salgono dal 22% del totale delle assunzioni del 2013 al 24% di quelle previste per il 2014.

Crescono di un punto percentuale, dal 26 al 27%, quelle legate a operai e addetti ai macchinari. In calo, invece, le assunzioni di impiegati, in discesa dal 13,7 al 10,7%.

«L’idea», spiegano dalla Camera di Commercio, «è che le imprese ripartano dagli addetti alla produzione e dai progettisti, piuttosto che dal back-office, confidando così di dare nuovo impulso alla propria attività». Non a caso, dei 1.250 laureati che troveranno lavoro nel 2014, un terzo ha il titolo di ingegnere.Guardando ai grandi numeri, «le professioni più richieste rimangono quelle legate alle attività commerciali, tipicamente commessi e personale di vendita, e il personale non qualificato nei servizi, in particolare addetti alle pulizie e allo spostamento merci». Oltre al titolo di studio, per essere assunti è fondamentale l’esperienza nel settore, elemento richiesto dal 58% delle imprese, con punte dell’81% nell’informatica e nelle tlc, del 79% nella meccanica e del 78% nei servizi alle imprese.

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