Le “Buone Prassi” di Aquapotabile? Un’idea di famiglia

Quattro su 136 le varesine premiate al Pirellone. E l’azienda di Carnago fa il bis: «Nati in un garage. Il nostro stile di vita è diventato lavoro e creatività»

– Sono soltanto quattro su un totale di 136 le aziende della provincia di Varese premiate ieri in Regione Lombardia per la sesta edizione della Giornata delle Buone Prassi lombarde e della Responsabilità sociale; una manifestazione che il Pirellone dedica alle imprese che prestano particolare attenzione alla loro responsabilità sociale e ambientale. Le aziende varesine premiate sono la Aquapotabile di Carnago, che aveva già conquistato questo prestigioso rinascimento nel 2013, la Elmec di Brunello, la Amedeo Brasca di Origgio e la Galli & C. di Varese. «Siamo nati letteralmente in una garage stile Steve Jobs – racconta Soleila Colombini, che con il compagno Stefano Castiglioni è alla guida della Aquapotabile, azienda a conduzione familiare che più non si potrebbe – La nostra idea di business nasce dal riutilizzo di rifiuti domestici o scarti industriali».

L’azienda di Carnago nata una manciata di anni fa è attiva su più fronti, nella realizzazione di giochi componibili per bambini, ovvero che i più piccoli devono completare utilizzando rifiuti domestici e nella produzione di grembiuli di scuola per bimbi e bimbe e a breve anche per le maestre, visto il successo ottenuto dalla linea per i più piccoli, realizzata utilizzando materiale tessile di scarto, rigorosamente italiani. «La nostra azienda nasce dal nostro modo di vivere – spiega l’imprenditrice varesina – da un’idea semplice, da un tema educativo, visto anche il problema sempre maggiore dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani». Nella prossima primavera Aquapotabile lancerà due nuovi grembiuli per alunni e insegnanti di scuole materne e primarie.

«I materiali di scarto con cui li realizziamo sono rigorosamente italiani – precisa Colombini – Se utilizzassimo tessuti cinesi verrebbe meno lo scopo del nostro lavoro; dietro a ciascun grembiule c’è un grande lavoro su ogni singolo pezzo». La grande sfida è saper coniugare l’aspetto sociale e ambientale con i grandi numeri che a livello di produzione un’azienda deve garantire per essere competitiva sul mercato. «Tenere insieme il riuso creativo e la serialità industriale,

questo deve essere l’obiettivo – sottolinea l’imprenditrice – essere in grado di produrre migliaia di pezzi, tenendo sempre però molto stretti i filtri, utilizzando ad esempio rifiuti facilmente trovabili». Come si spiega che sono solo quattro le aziende della provincia di Varese su 136 imprese lombarde premiate e che un territorio piccolo come Sondrio abbia fatto incetta di premi rispetto al nostro, cosi ricco di aziende di ogni settore? «Un dato che ha colpito anche me; la stessa situazione si era verificata anche nel 2013 – rammenta Colombini – Da un lato forse, nella nostra provincia, c’è ancora scarsa sensibilità su questi temi, dall’altro la crisi economica ha contribuito a far sì che le imprese si chiudessero in loro stesse, trascurando questi temi». L’assessore regionale alle Attività Produttive Mauro Parolini, che ha premiato ieri mattina le aziende vincitrici le ha indicate come esempio di stile d’impresa per tutto il sistema produttivo.

«Le realtà che hanno avuto il riconoscimento, otterranno una premialità aggiuntiva qualora decidessero di partecipare al bando regionale da 850mila euro che pubblicheremo il prossimo 16 marzo, che assegnerà un contributo, tra i diecimila e i cinquantamila euro a sostegno di progetti territoriali a valenza sociale, ambientale o culturale, da sviluppare nelle comunità locali» ha annunciato Parolini. «Questi aiuti sono molto importanti per le imprese come la nostra – commenta Colombini – anche noi ci vogliamo allargare perché stiamo crescendo, ma le banche non ci prestano denaro; per fortuna ci stanno dando una mano i nostri genitori».