Le donne importanti per l’economia. Il loro lavoro vale due miliardi

Purtroppo a Varese l’impiego femminile è al di sotto della media nazionale

Ma quanto lavora una donna? Tanto. E non solo perché le donne producono reddito nelle loro famiglie e una buona fetta di Pil dell’economia, ma perché oltre a questo fanno un sacco di lavori non retribuiti: fra pulizie, faccende domestiche e cura dei figli.

Ma se proprio vogliamo considerare il lavoro all’interno delle mura domestiche come doveroso perché legato al suo ruolo e preferiamo considerare solo il valore aggiunto per l’economia basta guardare i dati per rendersi conto quanto le donne siano lavoratrici sono importanti: se tutte le donne in Italia incrociassero le braccia andrebbero in fumo due miliardi di euro in un giorno, frutto del lavoro di più di 9,5 milioni di italiane occupate, tra dipendenti e imprenditrici. La stima della Camera di commercio di Monza e Brianza è

curiosa ma inquadra bene il mondo femminile moderno: fatto sì di donne che si curano di figli e casa, ma che sempre di più contribuiscono all’economia domestica e del Paese. Nelle coppie dove entrambi i partner lavorano, infatti, la quota del lavoro familiare che include i lavori di casa, la cura dei bambini, l’assistenza e la spesa, che grava sulle donne corrisponde al 69,1% con punte che toccano il 94,9% per il lavare e stirare, la faccenda domestica che gli uomini evitano di più.

La spesa è invece la voce più bilanciata, dove l’indice del 56,6% indica che esiste una quasi condivisione tra uomini e donne quando si tratta di riempire il carrello. Complessivamente sono dunque oltre 9,5 milioni le donne occupate in Italia e rappresentano il 41,7% sul totale, al terzo trimestre 2016. In Lombardia la quota si attesta al 42,6%, con 1,8 milioni di donne al lavoro. Sopra la media regionale, Milano (45,1%), Monza e Brianza (43,3%), Pavia (43,9%) ed anche Varese con il 43,4% delle donne occupate (il dato si riferisce al 2015). E sono tante le donne che scelgono di diventare anche imprenditrici: : le imprese femminili danno circa 400 mila posti di lavoro in regione su 2,3 milioni in Italia. In provincia di Varese, secondo i dati della Camera di Commercio di Milano, le imprese con titolare donna sono oltre 12mila.

Ma se è vero che le donne sono fondamentali nell’economia è anche vero che la disparità di genere è ancora evidente: non solo nell’assegnazione dei ruoli nelle posizioni apicali, ma anche negli stipendi.

Secondo l’Osservatorio statistico dei Consulenti del Lavoro su dati Istat la retribuzione netta media mensile delle donne è pari a 1.153 euro, ovvero pari all’87,9% di quella degli uomini che in media arrivano a guadagnare 1.444 euro, vale a dire, 291 euro in più delle donne. A Varese i dati però cambiano: in peggio. Vero è che gli stipendi a Varese sono in assoluto fra i più alti dell’intero paese, ma è anche vero che le donne sono nettamente più penalizzate rispetto alla media nazionale: se infatti un uomo guadagna mediamente 1.697 euro, le donne nella nostra provincia in media guadagnano 1.267 euro, parliamo del 74,7% dello stipendio maschile, circa 430 euro in meno di media.