Le imprese sono più green. Con i rifiuti riutilizzabili

Life M3P è un nuovo sistema, finanziato dalla Ue, per valorizzare le materie prime

La sostenibilità per le imprese, da concetto più teoretico che pratico come poteva sembrare anni fa, oggi si traduce sempre più in prassi quotidiane e progetti che mettono insieme più soggetti verso un unico obiettivo. Quello di rispettare l’ambiente e le sue risorse che non sono infinite.

È questo il caso del progetto Life M3P (Material Match Making Platform), finanziato nell’ambito del programma Resource Efficiency del bando Life 2015 dell’Unione Europea e promosso sul territorio varesino da Centrocot e dall’Unione Industriali, che si pone come scopo quello di sviluppare un sistema di valorizzazione dei rifiuti industriali, basato sulla classificazione delle loro proprietà, al fine trovar loro una nuova vita utilizzando una piattaforma online dedicata per l’abbinamento di materiali e rifiuti. In pratica il rifiuto di un’impresa

può trasformarsi nella materia prima di un’altra: «L’obiettivo di Life M3P è di promuove il miglioramento della gestione dei rifiuti industriali creando un sistema per la loro valorizzazione. Ciò consentirà uno scambio fra rifiuti e ricerca di materiali innovativi – spiega Luisa Minoli, responsabile area innovazione e qualità dell’Unione Industriali varesina – e questo aprirà delle opportunità anche per le piccole e medie imprese del nostro territorio: domanda e offerta di materiali avranno modo di incontrarsi per offrire anche nuove soluzioni creative a designer, ingegneri delle nostre imprese».

Non è certo facile immaginare che un rifiuto possa trasformarsi in qualcosa di creativo, eppure alla base della teoria dell’economia circolare c’è proprio questa idea: «Quella di far rientrare il più possibile le materie prime utilizzate in modo da non consumarne altre» spiega Anna Pellizzari di ConneXion, partner del progetto. Materie prime come la carta, l’alluminio, il vetro, il pet, sappiamo tutti essere riutilizzabili, «ma ci sono molti altri materiali, anche molto meno attraenti che possono in realtà rientrare nell’economia circolare: come le terre da spazzamento delle strade che, trasformate in granuli, possono essere riutilizzate per realizzare delle piastrelle, o ancora, le ceneri da inceneritore, gli scarti da lavorazione alimentare». Più materia prima torna nei processi produttivi, meno deve esserne immessa di nuova: questa è sostenibilità concreta dei processi. «Noi rigranuliamo la plastica che ha già vissuto una propria vita» racconta Mattia Pariani di Laborplast «e una parte la rimettiamo sul mercato, sotto forma di granuli per essere utilizzata in altre produzioni, in parte la lavoriamo per farla diventare tubi, materiali per l’edilizia». Un perfetto caso di economia circolare.

«Spesso ci sono imprese che si presentano dicendo di avere parecchio materiale di scarto, e chiedono cosa possono farne, se spendere per buttarlo via o se è possibile trovare un modo per riutilizzarlo» racconta Roberto Vannucci di Centrocot di Busto Arsizio: ecco, il progetto Life M3P vuole trovare una risposta ad una necessità comune a moltissime imprese di ogni settore che può così trasformasi nella soddisfazione di un fabbisogno di materiale per un’altra impresa. Cinque sono le prime azioni che il progetto intende mettere in pratica: la mappatura delle risorse presenti nei distretti industriali; lo sviluppo di una piattaforma online per la ricerca e abbinamento di materiali e rifiuti; lo studio di casi pilota su materiali e rifiuti; lo sviluppo di idee-prodotto creative e di start up; ed il trasferimento dell’esperienza in altre aree industriali europee.