L’impresa è sui social? Non basta: ecco le regole per sfondare e piacere

I consigli di Valeria Mascheroni per ripartire col piede giusto: «Non è pubblicità, ma voglia e disponibilità a comunicare e interagire con gli utenti»

Esserci o non esserci, questo è il problema. Anzi, il dilemma numero zero quando un’impresa decide di impostare la propria comunicazione sui social network. «Bisogna pensare ai social come a un evento pubblico o all’apertura di un negozio» spiega , Social Media Manager e Digital Strategist «perché nel momento in cui decidiamo di aprire una vetrina non possiamo lasciarla sguarnita e non possiamo non pensare a come riempirla nei mesi successivi all’apertura». Bisogna valutare attentamente l’opportunità

che i social network offrono: «Sembra una cosa facile e un’occasione ghiotta per fare pubblicità ma questo è un altro punto da smontare: sui social non si fa pubblicità. Un’azienda deve capire che un canale social richiede, proprio in quanto social network, la disponibilità e la volontà di comunicare e interagire con gli utenti».
Dunque prima di aprire un canale bisogna avere bene in mente cosa si vuole comunicare. Se si vuole pubblicizzare i propri prodotti «i social possono non essere il canale adatto – sottolinea Mascheroni – Sui social bisogna comunicare la storia dell’azienda, della produzione, la storia dei prodotti, parlare e raccontare del mondo che gira intorno all’azienda. Essere autoreferenziali non paga, si rischia di buttare tempo e risorse».
La seconda cosa da chiedersi è quanto budget abbiamo a disposizione: «Per curare le presenza sui social in maniera professionale serve almeno una risorsa dedicata e non dimentichiamoci delle campagna a pagamento che vanno sempre integrate in un piano di comunicazione web che si rispetti». Inoltre, una volta aperta la propria pagina serve una strategia che si snodi nel tempo perché «pubblicare una volta ogni tanto come se il profilo aziendale fosse un profilo privato è un errore e balza subito all’occhio. Si rischia un autogol».
Ci sono poche regole basilari per la gestione ottimale di un profilo social «Ricordiamo sempre che essere sui social significa essere attaccabili, dobbiamo avere ben chiaro quali sono i punti deboli dell’azienda per prevenire eventuali critiche e preparare le giuste risposte».
E ricordarsi che «ogni social ha il suo linguaggio: quello che può avere successo su Facebook non può andare bene su Twitter, e i contenuti vanno cambiati da un social all’altro».
E quando sembra impossibile abbattere o aggirare il muro degli algoritmi e rendersi visibili a tutti i propri follower di Facebook il consiglio di Mascheroni è quello «di studiare le statistiche della propria pagina: da queste possiamo capire quale sia l’orario e il giorno migliore per pubblicare e cosa piace ai nostri utenti. A volte i risultati sono sorprendenti». Da dove partire dunque per impostare una comunicazione social? «Una cosa basilare, prima di impostare una comunicazione sui social, è sapere cosa si vuole comunicare. Sembra una cosa banale, ma molti clienti quando chiedo di raccontarmi della loro azienda e dei loro prodotti rimangono in silenzio o alla peggio rispondono che sono i migliori del mercato». Gestire i social non è un lavoro impossibile, ma è prima di tutto un lavoro «e sono molti quelli che improvvisano o gestiscono pagine aziendali in modo approssimativo, perdendo tempo e soldi e traendone pochi risultati. Un peccato perché il web è una risorsa incredibile per un’azienda, specie per quelle più piccole che hanno l’occasione di presentarsi al mondo».