«L’internazionalizzazione è fondamentale per offrire una proposta di valore agli studenti»

Lunedì 20 novembre l’inaugurazione dell’Anno Accademico alla Liuc evidenzierà i risultati

La Liuc preme l’acceleratore sull’internazionalizzazione: «Elemento fondamentale nella nostra proposta di valore» lo definisce il rettore . Negli ultimi quattro anni il numero di studenti in mobilità internazionale è aumentato del 60%.

Lunedì 20 novembre, l’inaugurazione dell’Anno Accademico dell’università Cattaneo, in programma alle 10.30, metterà in evidenza in modo particolare questa propensione a guardare al di fuori dei confini, che rappresenta uno dei punti di forza dell’ateneo di Castellanza: gli ospiti di questa edizione infatti saranno il “Dean” della IESEG School of Management di Parigi, , e il rettore dell’Università di Pavia , che è il delegato all’internazionalizzazione della Conferenza dei Rettori delle università italiane. «L’internazionalizzazione – sottolinea il rettore della Liuc Federico Visconti –

non è solo questione di “exchange”. Non si tratta solo di far muovere degli studenti, così come per una Fiat internazionalizzare non è solo export. Per un’università come la nostra è un bisogno di mercato, ed è un elemento fondamentale nella nostra proposta di valore, in uno scenario che vede la necessità di spingere il “prodotto università”, visto che l’Italia, come numero di laureati, non è ancora in linea con la media Ocse».

Il respiro internazionale sempre più marcato della Liuc è nei numeri, quelli svelati da Raffaella Angelucci, direttore della divisione didattica-relazioni internazionali: da 237 studenti “in uscita” nel corso dell’anno accademico 2016/17 (171 Erasmus, 47 Exchange, 19 doppi titoli) a ben 311 per l’anno accademico 2017/18, con 202 ragazzi in Erasmus, 76 in Exchange e 33 doppi titoli. «Numeri importanti per un’università con duemila studenti, che mostra dati di mobilità in netta progressione: dall’anno accademico 2014/15 ad oggi si registra un aumento del 60% degli studenti che hanno trascorso almeno una media di quattro mesi all’estero». Dall’analisi dei questionari di chi rientra dall’Erasmus, fatta da Raffaella Angelucci, emergono una serie di dati interessanti: non solo la media di crediti acquisiti all’estero è quasi in linea con quelli di un semestre “regolare”, ma il 96% torna soddisfatto e per motivi spesso più personali che accademici. Una nuova generazione che guarda al mondo. «Un futuro all’estero? Lo prendo seriamente in considerazione» ammette Giulia Perriccioli, studentessa al terzo anno del corso in inglese di Business Economics, che dopo l’esperienza allo IESEG è pronta per trascorrere l’ultimo semestre ad Ottawa. Ma c’è anche un mondo che guarda alla Liuc. A farne da “testimonial” è Akhatjon Nasullaev, uzbeko, che dopo una laurea magistrale a Pavia ha iniziato il PhD in Management, Finance and Accounting alla Liuc, dove su sette studenti, tre sono stranieri: «La pluralità di idee e prospettive rende interessante e proficuo questo programma a dimensione internazionale. La possibilità di condividere le conoscenze con docenti e studenti di diverse culture è un’opportunità per crescere». Così la Liuc si scopre diversa dall’ateneo delle imprese di 26 anni fa: «La nostra è una sfida di idee, investimenti e semplificazione» sintetizza il rettore Visconti.