«Mai la testa sotto la sabbia»

«Come fa un imprenditore ad uscire dalla crisi? Si alza e risolve i propri problemi, senza mettere la testa sotto la sabbia come spesso accade» Il nostro viaggio ne “L’impresa delle meraviglie” di Confartigianato continua a Castiglione Olona, in mezzo a persone decise che hanno avuto la capacità di rischiare per regalarsi un futuro imprenditoriale in questi anni di congiuntura economica sfavorevole: è la Policart, azienda fornitrice di prodotti in elastomero poliuretanico a cellula chiusa per l’industria del cartone ondulato, una delle otto imprese mondiali che operano in questo particolare settore.

Nata nel 1998 per volontà di Dario Tassi ed Alessandro Torresi – entrambi provenienti da un’esperienza imprenditoriale di famiglia nel campo – la Policart passa nel 2008 da azienda commerciale a realtà produttiva, trovando la linfa necessaria per ottenere un salto di qualità. Le ragioni del cambiamento sono spiegate da Gianmarco Ottina, ieri consulente ed oggi presidente del consiglio di amministrazione della società: «Già nel periodo pre-crisi ci eravamo accorti della difficoltà di essere venditori. Gli utili si stavano comprimendo: eravamo in mezzo a due fuochi,

tra clienti che ci dicevano di abbassare i prezzi e fornitori che chiedevano di alzarli. Da lì la decisione di diventare produttori, cercando di proporre un lavorato di livello che potesse reggere il mercato». Ed è proprio quest’ultimo ad imporre un cambiamento che si basi sulle idee e sulla volontà di mettersi in gioco: «Un venditore non aggiunge valore al prodotto se non in rari casi – continua Ottina – I produttori di scatole, nostri clienti, hanno fatto in modo di eliminare dal mercato le realtà che non garantivano la qualità, a vantaggio di coloro che si impegnavano in tal senso dimostrando anche flessibilità».

La filosofia sposata ha dato risultati significativi. Oggi Policart è un’impresa al centro dell’Europa, concentrata sull’export ed in grado di dare lavoro formando i giovani: «Fuori dai confini italiani è realizzato il 75% del nostro fatturato: gli stranieri pagano a 30 giorni invece che a 120, ma pretendono un servizio puntuale ed all’altezza. Negli ultimi tempi abbiamo assunto 8 operai con un’età media di 23 anni, cui garantiamo un apprendistato professionalizzante che consta di 120 ore di formazione annuale». In corso c’è anche una collaborazione con il Politecnico di Milano, per sviluppare alcune novità nel processo produttivo e continuare nel solco tracciato della qualità dei materiali: «Perché per agganciare nuovi clienti e fidelizzare quelli vecchi, questa è l’unica strada davvero percorribile».

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