«Non rinunciamo alla terza pista» Sea non abbandona il Masterplan

La nuova fase di Sea ha il volto del presidente Pietro Modiano. E passa dalla ricerca del consenso del territorio sul futuro dell’aeroporto.

«Useremo il tempo a nostra disposizione per riflettere bene sul nuovo masterplan e coinvolgere i sindaci», dichiara il presidente. Ma si sappia fin da ora che «il ritiro del masterplan non è la rinuncia alla terza pista».

Il piano industriale da 1,4 miliardi di euro di investimenti è stato ritirato e nel giro di un anno Sea provvederà a un nuovo masterplan per lo sviluppo di Malpensa, da proiettare nei prossimi venti anni. Però si volta pagina.

«Si apre una fase nuova», ha assicurato Modiano nell’incontro con la stampa, ieri mattina a Malpensa, subito dopo il primo faccia a faccia con i sindaci del territorio (una ventina in tutto), compresi quelli dei Comuni del Milanese e del Piemonte interessati da Malpensa, e i presidenti del Parco lombardo e piemontese della Valle del Ticino.

«Dovremo usare bene il nostro tempo per un supplemento di possibilità», dice Modiano senza alcuna anticipazione, se non quella che una terza pista renderebbe «più attrattiva Malpensa», e per questo «occorre una riflessione più approfondita che non ha comunque un esito garantito».

L’idea di uno sviluppo dello scalo rimane, è l’obiettivo di Sea: «Si stima che, nel mondo, ci sarà una crescita dei voli a lungo raggio del 4-5 % l’anno: Malpensa deve intercettare questo traffico. Stiamo parlando di un aeroporto centrale in una delle parti più ricche d’Europa, con una capacità ancora inespressa che deve diventare allettante», appunta il numero uno di Sea. «Come possiamo escludere che una terza pista non possa essere indispensabile? Non vogliamo certo alzare bandiera bianca rinunciandovi».

Resta il dato concreto di due piste che sono sottoutilizzate, al momento. Ma lo sguardo sul futuro è, inevitabilmente, nel cuore e nel business di un’azienda che non ci sta affatto a parlare di decrescita felice di Malpensa.

«Resta aperta la discussione tra crescita dell’aeroporto, che è il nostro obiettivo, e tutela piena dei diritti anche ambientali da parte dei sindaci – indica il presidente Sea – Non ci saranno due strade parallele, ma una sola. E passa dal consenso».

La stessa organizzazione della discussione tra i vari portatori d’interesse, sindaci in testa, cambierà marcia. Modiano spiega che l’organizzazione dovrà essere «migliore, più scientifica»: dunque ci saranno un comitato esecutivo Sea sotto la responsabilità unica del presidente stesso e una sola persona, Francesco Raschi, responsabile real estate di Sea e ora responsabile del masterplan, che si rapporterà con il territorio.

E che non nasconde la possibilità, per le aree delocalizzate, di essere uno degli elementi di valutazione all’interno del masterplan.

Il mega polo logistico vicino a cargo city rimane «tra i temi di riflessione da condividere e discutere con il nostro territorio», annota Modiano, mentre «vedo molto lontano» un nuovo terminal da costruire in mezzo alle due piste attuali.

Dunque si riparte, con una nuova metodologia di lavoro iniziata ieri. L’orizzonte temporale di Sea si fa più lungo, ma Modiano è convinto che anche il fattore tempo giocherà a favore di uno sviluppo di Malpensa più ragionato e condiviso.

«Cambieranno anche i parametri per l’inquinamento da parte degli aerei, con sempre migliori tecnologie ambientali», conclude il numero uno di Sea.

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