Notte d’incontri tra ricercatori. Faccia a faccia con l’industria 4.0

All’Università Cattaneo di Castellanza, si studia e si progetta l’innovazione all’interno di “i-Fab”

I-Fab, alla Liuc si “simula” l’Industria 4.0: «Studiamo l’impatto che avranno le tecnologie sulle aziende e sulle persone».

All’università Cattaneo di Castellanza, la “Notte dei ricercatori” (l’iniziativa nazionale “Meet me tonight-Faccia a faccia con la ricerca”) si svolge all’interno di “i-Fab”, la fabbrica di domani sviluppata in collaborazione con Bosch-Rexoroth, Bossard, JMAC, Kuka, Prolog e Rivetta Sistemi, in cui molte tecnologie abilitanti del paradigma dell’Industria 4.0 sono state applicate sulla “Kart Factory” di Jmac, “fabbrica simulata” di go-kart secondo le logiche “made in Japan” della Lean Production, dove gli studenti imparano la formazione esperienziale: dal processo all’esercizio simulato, fino al trasferimento del sapere e del saper fare.

Dall’Internet of Things (la radiofrequenza per riconoscere il go-kart nella linea d’assemblaggio, certificare il corretto serraggio dei bulloni e monitorare gli spostamenti dell’operatore) al “data analytics” (controllo dei tempi e dei carichi di lavoro sulla linea), dai robot all’additive manufacturing (targhette personalizzate stampate in 3D).

Di fatto la combinazione di queste tecnologie porta alla creazione di una sorta di “gemello digitale” della fabbrica, che raccogliendo tutte le informazioni dalla linea di produzione saprà dire in tempo reale, ad esempio, quanti operatori e quanto tempo occorreranno per completare un certo tipo di ordine.

«Un laboratorio innovativo, che dimostra una volta di più che la Liuc genera idee e produce fatti» lo definisce il rettore Federico Visconti, che annuncia che in futuro si trasformerà in «un laboratorio didattico fisso per l’università». In occasione della “Notte dei Ricercatori”, «il miglior messaggio che un’università può proporre sono i nostri studenti impegnati per costruire qualcosa di nuovo».

Come l’applicazione dell’Oculus Rift, il visore 3d che l’industria meccanica Bandera di Busto Arsizio ha utilizzato per far esplorare ai propri clienti una linea di produzione prima ancora che venga realizzata. «Ma non ci innamoriamo delle tecnologie fini a se stesse – sottolinea Raffaella Manzini, prorettore alla ricerca dell’università Liuc – ne studiamo l’impatto sull’organizzazione aziendale e sulle persone e studiamo come i robot possano essere introdotti in un’azienda. Perché ogni impresa ha le sue esigenze, e in alcuni casi potrebbe anche non avere interesse a sviluppare processi di Industria 4.0: lo scopo è aiutarle a costruire modelli a supporto delle loro decisioni, con gli imprenditori condividiamo lo sviluppo di un modello guida».

Non necessariamente l’Industria 4.0 porterà a ridurre l’utilizzo della manodopera all’interno degli stabilimenti produttivi: «L’impiego della manodopera sarà diverso, e sarà formata in modo diverso rispetto ad oggi – prospetta la prof. Manzini – forse ce ne sarà meno nella linea produttiva, ma di più nel “data analytics”, per riprogrammare e ribilanciare l’applicazione delle tecnologie nella produzione. Possiamo supporre che con l’Industria 4.0, la tecnostruttura delle imprese si allargherà». Come tutto ciò potrà impattare sul tessuto manifatturiero locale è una domanda a cui la Liuc sta provando a dare risposta, attraverso «un progetto di ricerca di digital manufacturing assessment – rivela il prorettore – avviato coinvolgendo i nostri ricercatori, prevalentemente sul territorio dell’Altomilanese ma non solo. Verso marzo, avremo i primi risultati».

D’altra parte, l’Industria 4.0 è il paradigma «Dobbiamo essere in grado di far capire alle nostre imprese come muoversi per continuare ad essere un Paese industrialmente rilevante – sottolinea il presidente della Liuc Michele Graglia – e il materiale fondamentale non sarà né il carbonio né il silicio, di cui siamo sprovvisti, ma il cervello dei nostri studenti. Formare persone è sempre più importante».

A visitare i-Fab c’era anche il sindaco di Castellanza Mirella Cerini, che ha ribadito «l’orgoglio» della sua città «per la presenza della Liuc a Castellanza», un ateneo che volge il suo «sguardo verso il futuro, studiando tecnologie utili per lo sviluppo dell’industria del territorio».n