Nuvole nere per Meridiana Malpensa resta a terra

Oggi 560 lavoratori sono in cassa integrazione e, per ora, il quadro non è positivo. Sarebbero confermate le basi di Olbia e Cagliari, alla brughiera Air Italy?

– L’attesa, ora, è per l’incontro con le organizzazioni sindacali, molto probabilmente già la settimana entrante. Non è ancora stata definita la data, ma sarà allora che i rappresentanti dei lavoratori di Meridiana vedranno il nuovo piano industriale e potranno trarre tutte le considerazioni del caso.
La speranza è l’ultima a morire. I 560 dipendenti di Meridiana fly in forze a Malpensa, al momento in cassa integrazione (fino a giugno), non vogliono credere all’ipotesi che la base di Malpensa sarà chiusa.

Il tavolo politico del 21 gennaio a Roma sul nuovo piano industriale – presenti il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Maurizio Lupi, il ministro per lo Sviluppo economico Federica Guidi, il sottosegretario al Lavoro Teresa Bellanova, l’assessore regionale ai Trasporti della Sardegna Massimo Deiana e il presidente della compagnia Marco Rigotti con l’amministratore delegato Richard Creagh – avrebbe portato a due ore di confronto serrato per un documento che confermerebbe le basi di Olbia e Cagliari per Meridiana fly,

mentre lascerebbe ad Air Italy Malpensa e lo scalo di Napoli. Nel qual caso, i 561 dipendenti Meridiana non sarebbero riassorbiti dal vettore inglobato in Meridiana che resterebbe sulla piazza dello scalo della brughiera.
Un tonfo per i lavoratori che protestano da tempo dichiarandosi semplicemente e drammaticamente “sono un esubero Meridiana” indossando una maglietta rossa uguale per tutti.
La ex Air Italy del comandante Giuseppe Gentile si terrebbe, dunque, il mercato anche di lungo raggio dei voli charter sempre operati da Meridiana a Malpensa lasciando a terra 561 persone? «Non è detto che la base di Malpensa chiuda», dicono però i lavoratori di Malpensa di Meridiana fly.

«Gli scenari sono vari. Verona, per esempio, sta lavorando». A rischio chiusura con Malpensa ci sarebbero, infatti, anche Verona e Firenze che smetterebbero di essere aeroporti di riferimento per Meridiana Fly. Ma chi da anni è occupato sullo scalo nostrano vuole poter sperare.
«Bisognerà vedere in che modo sarà aperta la procedura di mobilità e chi riguarderà. Sarà una mobilità di Gruppo e solo per Meridiana?» domandano i dipendenti dello scalo nostrano. Se infatti dovesse trattarsi di una procedura di mobilità di Gruppo, sarebbero i dipendenti di Air Italy a doversi preoccupare di diventare un esubero.
L’anzianità dei dipendenti della compagnia fino a qualche tempo con gli uffici sulla statale del Sempione, a Gallarate, è infatti sicuramente inferiore a quella che hanno invece maturato i lavoratori di Meridiana Fly.
I riflettori rimangono puntati sulla vicenda del vettore aereo dell’Aga Khan. I 289 lavoratori che hanno accettato l’esodo volontario non sono un numero sufficiente a far ritenere chiusa la partita esuberi.
Ma anche l’opportunità in più data dalla continuità territoriale 2 e 3, l’una tra la Sardegna e gli scali minori in Italia e l’altra tra l’isola e l’Europa, se venisse concessa a Meridiana, garantirebbe sei, sette aerei da fa ruotare solo queste rotte.
Ma lascerebbe aperto il nodo esuberi a Malpensa.