Paesi emergenti È arrivata l’ora?

Le economie dei Paesi Emergenti negli ultimi tre anni hanno sottoperfomato rispetto agli altri mercati azionari avanzati caratterizzandosi anche per un andamento azionario molto volatile. Le difficoltà non sono state legate solo alla decisione della Federal Reserve di ridurre la politica monetaria espansiva ma anche al rallentamento della Cina e alla diminuzione della redditività delle imprese.

Questi fattori hanno introdotto un sentiment negativo tra gli analisti che hanno utililizzato sempre più toni di disfatta, influenzando negativamente gli investitori. Il flusso di capitali e di investimenti ha subito quindi un arresto e poi un deflusso: l’indice dei Paesi Emergenti ha chiuso il 2013 con una performance del -2% dell’Msci Emerging Markets Index rispetto al +23% segnato dall’Msci World Index.

Gli analisti sono suddivisi tra i pessimisti che vedono il 2014 come un altro anno di turbolenza e gli ottimisti che dopo lo shock iniziale vedono opportunità di investimento visto i prezzi competitivi rispetto ad altri titoli che hanno già sovraperformato. Infatti, la scarsità di capitali può costituire un’opportunità per un sano rilancio, non solo drogato dalla finanza ma alimentato da sani fondamentali. Alcuni governi sono stati costretti a riforme e a varare interventi strutturali: il Messico sta aprendo ai privati il settore energetico, il Brasile sta puntando a progetti infrastrutturali, la Cina ha presentato un piano di sviluppo che non punta più solo alle esportazioni ma che guarda soprattutto al mercato interno e al suo sviluppo.

D’altra parte, l’alta volatilità, il forte disavanzo della bilancia dei pagamenti, l’alto rapporto del debito privato rispetto al Pil, la svalutazione delle valute locali, dovuta al deflusso dei capitali, e i problemi strutturali sono problemi che non possono essere risolti nel breve periodo ma richiedono un periodo di assestamento. Anche in questo caso è opportuna una logica di prudenza improntata alla diversificazione del rischio tale da permettere di cogliere le opportunità di questi mercati in un’ottica di gestione dinamica del portafoglio senza esporsi in modo troppo consistente.

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