«Se la Zes è possibile in provincia di Varese? Sì, basta presentarsi uniti per l’obiettivo»

Il consulente di Confcommercio Varese Antonio Chierichetti torna sulla Zona Economica Speciale

Zona Economica Speciale, si può ancora fare: «Basta polemiche, il territorio deve marciare unito». Si torna a parlare di Zes, le aree a fiscalità agevolata che il governo ha istituito per ora solo al Mezzogiorno, e interviene , avvocato e docente di diritto amministrativo al Politecnico di Milano, consulente di Confcommercio Varese: «Le polemiche non servono. In realtà, la prospettiva di costituire una Zona economica speciale anche nel nostro territorio è molto più vicina oggi, rispetto a quando nel 2014 venne avanzata la proposta di legge di Regione Lombardia».


È vero che la proposta regionale non è stata mai trattata, però abbiamo oggi sul tavolo due importanti atti che possono costituire la base per arrivare ad avere la Zes anche in provincia di Varese.

Il primo, amministrativo, è il Patto per Milano stipulato a settembre 2016 tra il governo Renzi e il sindaco Sala in cui si dà avvio alla procedura per la creazione di una Zes nell’area Expo. Il secondo, legislativo, è il recente decreto legge per il Mezzogiorno, dove il governo, per la prima volta in Italia, ha stabilito una normativa in materia di Zes, che rappresenta un modello da estendere anche alla Lombardia».


Ma il Senato, in sede di esame della legge di conversione del Dl Mezzogiorno, ha approvato un Odg del senatore di Sondrio , con il quale impegna il governo ad estendere l’applicazione delle disposizioni di tale decreto anche alle aree territoriali del Paese che subiscono, in ragione della prossimità territoriale con altri Stati, svantaggi competitivi derivanti da differenti livelli di imposizione fiscale a carico del sistema economico produttivo.


Se il sistema economico istituzionale varesino vuole davvero una Zes deve compattarsi, presentandosi unito al tavolo nazionale per raggiungere quest’obiettivo strategico. Ormai c’è concorrenza con molte aree in Italia e nella competizione si avvantaggerà chi, al di là delle diverse appartenenze politiche, saprà fare unità al proprio interno. Si tratta di costituire un tavolo di lavoro unitario tra le forze in campo in cui il punto di riferimento comune, super partes, non può che essere la Camera di Commercio. Riconfermata nella sua indipendenza dopo la riforma, dovrà assumersi le proprie responsabilità. Già da settembre, la nuova dirigenza potrà farsi carico di questo obiettivo, mentre l’inizio della lunga campagna elettorale per le regionali 2018 si vedrà se il territorio varesino può contare su una classe dirigente che sa mettere i comuni obiettivi di interesse generale davanti alle speculazioni elettorali.