Sostenere le nostre imprese per crescere sempre di più

Il viaggio di Cattaneo alla Maino di Busto. Un tour per conoscere da vicino le attività del territorio

L’impresa apre le porte alla politica: «Abbiamo bisogno di investire. La nostra paura è l’estinzione». Piero, Antonio e Marco Maino, titolari della Tintoria Filati Maino di Busto Arsizio, lo hanno presente senza troppi giri di parole al presidente del Consiglio regionale lombardo Raffaele Cattaneo, che ieri ha inaugurato la nuova iniziativa di Confartigianato Imprese Varese, “ImpresAperta”, accompagnato dal presidente degli artigiani Davide Galli. Un esperimento, che nasce dalla volontà dell’associazione di aprire «un canale di ascolto e dialogo» con le istituzioni.

«Più ci si conosce e più si possono mettere in campo azioni mirate» sostiene Galli. E Raffaele Cattaneo ammette: «Serve di più respirare l’aria di un’azienda che cento discorsi astratti». Quella della Tintoria Filati Maino, la classica fabbrichetta incastonata in mezzo ad una zona residenziale che le è cresciuta attorno nel corso degli anni, ha l’odore forte dei filati tinti: una storia, testimoniata dall’antica «cesta con cui tingeva il nonno» che fa bella mostra nel cortile,

che inizia come Tintoria Iride negli anni ‘50, in pieno boom economico per l’ex “Manchester d’Italia”, allora capitale della tintura e lavorazione del cotone, e che continua oggi, con una squadra di 14 dipendenti in grado di produrre in media oltre 700mila chili di tinto all’anno, grazie alla capacità di innovarsi continuamente. Dalle fibre cellulosiche, tipiche della tradizione cotoniera, la Maino ha saputo diversificare puntando sulle fibre sintetiche e miste e sul cosiddetto “tessile tecnico”: oggi i filati tinti in viale Borri vengono utilizzati per la realizzazione di prodotti di alta qualità e dalle proprietà ignifughe, dal tessuto per i paracaduti alle tute per la Formula Uno.

Stretti tra villette e palazzine (che impediscono, ad esempio, di allestire un laboratorio per le prove di tintura) ma anche tra tasse e burocrazia, gli artigiani bustocchi si chiedono «a chi lanciare l’Sos prima di estinguersi». La loro situazione è quella di chi, rivela Piero Maino, ha «il desiderio di crescere ed espandersi, per svilupparci in nuovi mercati», ma rimane in stallo, in attesa di capire se fare il passo oppure no. Un’incertezza che nasce da più fattori: «Siamo vincolati sia dallo spazio fisico che dai margini risicati – ammette Marco Maino – per restare in piedi dobbiamo fare investimenti importanti, ci vorrebbe una tassazione diversa per riconoscere gli utili reinvestiti». Il presidente di Confartigianato Imprese Varese Davide Galli ne è consapevole: «L’incertezza nel futuro è un freno per i nostri imprenditori, ci vorrebbero meno tasse ma finché i capannoni manifatturieri sono tassati come la seconda casa…». Alla politica si chiede attenzione: «Si abusa della parola startup, ma chi più delle nostre imprese artigiane lo è? – sottolinea Galli – la collaborazione sta crescendo, non solo a parole, anche nell’ambito della formazione e della ricerca: c’è voglia di fare qualcosa di concreto».

Raffaele Cattaneo ascolta, osserva e annota: «E’ stato un momento utile per capire meglio e per ascoltare le esigenze degli imprenditori in un’ottica di conoscenza e collaborazione – commenta il presidente del Consiglio regionale – il ruolo delle associazioni di categoria è fondamentale per agevolare il raccordo tra imprese del territorio e istituzione». La visita alla Tintoria Maino è il primo passo di tre appuntamenti con ImpresAperta: un viaggio che produrrà un dossier da presentare, con le case history aziendali, in commissione attività produttive al Pirellone a giugno.