Torna la fiducia nell’economia tra i consumatori lombardi

Secondo l’Osservatorio di Findomestic Banca sono in crescita del 6,9% gli acquisti di beni durevoli

Osservando i consumi delle persone e delle famiglie è possibile capire qualche dettaglio in più sull’andamento dell’economia, e in particolare sulla fiducia che le famiglie hanno nel futuro. Quando infatti la fiducia è bassa, le persone tendono a rimandare gli acquisti più importanti, quelli dei cosiddetti beni durevoli.

Ieri è stata presentata la ventitreesima edizione dell’Osservatorio di Findomestic Banca sul consumo di beni durevoli in Lombardia: quello che emerge è che nel 2016 la spesa complessiva per beni durevoli in Lombardia ha raggiunto i 12.176 milioni di euro, riportando un incremento del +6,9% sull’anno precedente, si tratta di una crescita superiore a quella media nazionale, che si è attestata a +6,4%. Un altro dato salta subito all’occhio: il reddito disponibile pro capite della Lombardia, nell’anno di analisi ovvero il 2016, cresce del (+2,2%) rispetto al + 0,8 dell’anno precedente.

Bisogna però sottolineare che la differenza di reddito pro capite nelle diverse province lombarde resta ancora molto alta, a cominciare dai 29.929 euro di Milano che distanzia Sondrio, seconda provincia con 19.881 euro. Lodi, la provincia con il reddito più basso, si attesta intorno ai 14.386 euro, un valore inferiore alla media del Paese di 18.658 euro. Cremona è terza in classifica, con un reddito pari a 18.195 euro, seguita da Pavia con 17.696 euro, Mantova con 17.623 euro, Varese con 17.082 euro, Bergamo con 17.006 euro, Lecco con 17.002 euro, Brescia con 16.607 euro e Como con 16.012 euro.

Andiamo a vedere nel dettaglio come sono andati i consumi nella nostra provincia. Prima di tutto emerge quanto i consumatori oggi, ma questo un po’ in tutto il Paese, siano più esigenti di un tempo: sempre maggior attenzione viene data alla sostenibilità, un valore sempre più discriminante e premiante. Oggi ben sette consumatori su dieci sono disponibili a premiare le aziende che investono in sostenibilità, pagando di più i loro prodotti. Per contro, qualora un’azienda si dimostrasse evidentemente non sostenibile, sono disposti a boicottarla astenendosi dall’acquisto (nel 64% dei casi), oppure sconsigliandolo a parenti ed amici (nel 45%).

In effetti la qualità intesa in senso lato (61%) è oggi il valore guida degli italiani quando fanno acquisti davanti al prezzo (58%) e alle promozioni (40%), capovolgendo un paradigma che spesso vedeva il fattore economico come elemento discriminante.

Ma cosa comprano i varesini? Nel 2016 le famiglie della nostra provincia hanno speso in beni durevoli quasi 1,1 miliardi di euro: il 6,6% in più rispetto all’anno precedente. Stiamo parlando di una media di 2.847 euro a famiglia, contro una media nazionale che arriva a poco più di 2.200 euro a famiglia. Prima di tutto sono le auto ad aver catalizzato la maggior parte delle spese in beni durevoli su tutto il territorio varesino: 29.704 nuove immatricolazioni per oltre 400 milioni di euro, contro le 22mila di due anni fa e 25mila del 2015.

Anche il mercato delle auto usate si è mosso parecchio nel 2016 con una variazione dei consumi complessivi nella nostra provincia del +3,8%. Ancora meglio hanno fatto le moto: il margine di crescita a Varese è stato del +12,9%. In crescita anche i consumi di grandi elettrodomestici: +5,6% la variazione nei consumi che hanno raggiunto quota 87 milioni di euro, per una spesa a famiglia intorno ai 227 euro. Lieve flessione invece per le tecnologie digitali: le famiglie varesine, come nel resto della regione, hanno rallentato i consumi, parliamo di -5,4% rispetto ad un anno fa, per una spesa a famiglia che non ha superato i 77 euro.