Un boccale di dolcezza. E abbiamo vinto

Bilancio più che positivo per due aziende varesine protagoniste dell’Esposizione: Poretti e Lindt. Alberto Frausin: «Raggiunti tutti gli obiettivi». Ilaria Cereda: «Non solo vendite ma conoscenze»

Alla chiusura di Expo il bilancio per le imprese varesine è più che positivo. «Come birra ufficiale di Padiglione Italia abbiamo vissuto mesi intensi, ricchi di esperienze ed emozioni che entreranno di diritto nella storia della nostra azienda e che ci hanno resi più che mai orgogliosi di aver creduto fin da subito nel progetto Expo», dice , amministratore delegato Carlsberg Italia.

«I visitatori, italiani e stranieri, che abbiamo accolto nella nostra Piazzetta della Birra sono stati centinaia di migliaia. Alcuni già conoscevano le nostre birre, altri le hanno scoperte lì e si sono fatti guidare nel nostro mondo di numeri e di luppoli. La 4 Luppoli è la birra più nota, ma le vere star sono state la 10 (nata proprio per festeggiare Expo) e le 7 stagionali».
«Tutti hanno ascoltato e vissuto con interesse la nostra storia di passione,

tradizione e innovazione e sono nati tanti contatti interessanti». Frausin torna col pensiero a una riunione del 2008 subito dopo l’assegnazione dell’Expo 2015 a Milano. Bisognava decidere la strategia di rilancio di Carlsberg Italia. «Ci eravamo dati tre obiettivi: lanciare il sistema di spillatura DraughtMaster™, affermare la nostra storia di eccellenza nel saper fare birra con il marchio Birrificio Angelo Poretti, essere protagonisti all’Expo di Milano».
«Quest’ultimo con un significato speciale: ritornare alle radici della nostra identità visto che nel 1881, a pochi anni dalla costituzione, la “Angelo Poretti & Co.” aveva partecipato all’Expo Nazionale di Milano. Oggi possiamo dire di aver raggiunto i nostri obiettivi sul mercato e in particolare nella nostra Piazzetta della Birra».
Sei mesi in cui «abbiamo fatto il possibile per valorizzare e collaborare con le realtà e le eccellenze del nostro territorio d’origine, sia organizzando specifici eventi sia dando l’opportunità di un brindisi a Varese nella nostra Piazzetta, come con la Camera di Commercio, presente alcuni giorni in Expo per promuovere le bellezze del territorio varesino».
Non da meno alla Lindt, che arriverà a contare un milione di visitatori. «Volevamo esserci per fare cultura sul cioccolato di qualità» ricorda, communication manager di Lindt Italia. E per un’azienda che da 170 anni fa solo questo di professione, l’occasione dell’Esposizione non poteva mancare, pur con tutte le sue incognite.
Varese brilla dentro l’evento con Lindt e il birrificio Poretti che hanno rappresentato con autorevolezza il saper fare della nostra provincia e, dunque, dell’Italia.

L’obiettivo economico è stato centrato – «abbiamo venduto tanto», riconosce Cereda parlando di una «conversione molto alta» di visitatori in acquirenti. Poi c’è l’obiettivo culturale raggiunto, non solo perché il pubblico passato da Lindt ha posto domande e dimostrato di volerne sapere di più da quegli undici maestri al lavoro, ma anche perché i sorrisi colti hanno raccontato senza bisogno di parole, l’emozione che il cioccolato sa creare. I visitatori hanno potuto conoscere il marchio, vedere come si fa il cioccolato e assaggiare il prodotto. Meglio di così. Un aneddoto, su tutti, regala uno spaccato che si vuole custodire: «I giapponesi prendevano il cioccolato tra le mani, si inchinavano, ti ringraziavano e poi lo assaggiavano ad occhi chiusi. Una meraviglia».