Una rete di imprese varesine arreda gli uffici di Medvedev

L’obiettivo è comune a tutte: accrescere la capacità innovativa e la competitività delle imprese partecipanti, soprattutto sui mercati esteri, attraverso la realizzazione di una gamma di prodotti e servizi complementari per la clientela. Le reti di impresa, nel raccontarsi ieri a Gallarate nel corso di un incontro organizzato dall’Unione Industriali varesina hanno ritrovato tra loro molti punti in comune. Sette storie di reti nate sul territorio per far fronte ai grandi cambiamenti che l’economia impone, sette storie che raccontano come per raggiungere nuovi obiettivi aggregarsi conviene.

Ecco perché i numeri delle aggregazioni sotto forma di rete anche sul nostro territorio sono in forte crescita: secondo gli ultimi dati, aggiornati ad aprile 2013, le reti attive in Italia sono 764, per un totale di quasi 4mila aziende coinvolte, il 40% delle quali manifatturiere. In provincia di Varese se ne contano 26, per un totale quasi 80 imprese coinvolte. «Le imprese hanno da tempo voglia di aggregarsi –

ha spiegato Fulvio D’Alvia, Direttore di RetImpresa – ma non semplicemente per fare massa critica, il tema non è solo quello di ingrandire la taglia aziendale». Le reti d’impresa nascono su altri programmi e su altre basi: «Condividere conoscenze, realizzare nuovi prodotti, andare su nuovi mercati, fare attività di ricerca, fare innovazione. In questo l’alleanza all’interno di un distretto è un’opportunità, ma non deve essere sentito dalle imprese come un vincolo». I network creati dalle reti sono infatti sempre di più slegati da confini geografici precisi ha aggiunto D’Alvia «è in atto un vero e proprio salto culturale che sta coinvolgendo anche le microimprese. Lo dimostra il trend in forte crescita del ricorso a questo strumento di aggregazione». E ieri a raccontare il funzionamento delle reti c’erano i casi concreti di aziende che hanno dimostrato come la rete abbia permesso loro di raggiungere risultati altrimenti impensabili.

«Per noi collaborare con la rete è la salvezza» ha dichiarato Lorenzo Bossi che fa parte della rete Cesare Ferrari Group composta da 4 società lombarde per portare avanti attività di progettazione, produzione e commercializzazione di prodotti per l’arredamento «la nostra azienda (la Ceresio Arredamenti) stava sentendo la crisi in maniera forte». Poi nel 2012 la decisione di far nascere la rete: «Noi lo abbiamo fatto per cercare nuovo fatturato all’estero» ha spiegato l’imprenditore «e il primo mercato che ci siamo prefissati è stata la Russia». I contatti sono andati così bene che proprio grazie alla rete hanno realizzato l’arredamento dell’ufficio del primo ministro russo Medvedev, «ora tra le prossime mosse pensiamo di aprire un nuovo ufficio a Mosca»

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