Zes, sì delle imprese. «Ma non basta»

Sì alla Zona economica speciale, ma non basta. E occorre che sia «connessa all’aeroporto di Malpensa», rilancia Univa, riproponendo un’idea elaborata quasi vent’anni fa nell’allora “comitato Malpensa 2000”.

Non ci sono solo i distinguo di Confartigianato Varese: anche le altre associazioni di categoria, seppur unanimemente favorevoli all’iniziativa di Regione Lombardia, chiedono di apportare delle modifiche nell’iter parlamentare che potrà portare (chissà quando, peraltro, visto che l’analoga iniziativa della Regione Calabria giace ferma in commissione attività produttive al Senato dallo scorso mese di ottobre) all’istituzione della “zona franca” nelle aree varesine della fascia di confine.

Per il presidente dell’Unione Industriali di Varese Giovanni Brugnoli, «la creazione di una Zona economica speciale con un regime fiscale agevolato è una proposta sicuramente interessante per una provincia di confine come la nostra, che deve fare i conti, più di altre aree del Paese, con una concorrenza tributaria elvetica in grado di fare da canto delle sirene allettante per le realtà produttive varesine».

«Ben venga dunque – aggiunge il numero uno di Univa – la possibilità di smussare questo gradino che ci pone in una posizione di inferiorità fiscale nella capacità di attrazione delle attività produttive».

Ma l’ipotesi di limitare la Zes all’area oggi toccata dallo “sconto benzina” potrebbe non essere sufficiente: «In una logica di coerente politica di sviluppo del territorio, inglobare in una Zona economica speciale anche i Comuni di Malpensa darebbe all’iniziativa un elemento strategico in più. Del resto è un’idea che venne già elaborata diversi anni or sono all’interno del Comitato Malpensa 2000».

Era il 1995, quasi vent’anni fa, e già allora gli industriali varesini invocavano «l’esigenza di una zona franca connessa all’aeroporto con l’obiettivo di fornire servizi specializzati ad aziende italiane ed estere impegnate in attività di trasformazione industriale su operazioni di import-export extra Ue».

Ma al di là di questo aspetto, la Zes non basta per ridare competitività al nostro territorio: «Vogliamo aggiungere un elemento di politica industriale locale quotidiana che non deve essere dimenticato, al di là delle iniziative straordinarie come questa che sta portando avanti la Regione Lombardia».

Elemento che potremmo riassumere così: «Va bene cercare di giocare sulla leva fiscale di confine per poter mantenere qui le aziende – ammonisce il presidente Giovanni Brugnoli – Ma gli investimenti bisogna non solo saperli attirare, bensì anche sostenerli, rendendo la vita più facile a chi li vuole fare. Occorre mettere mano a una semplificazione delle procedure nell’avvio di un’attività, pre-condizione necessaria per rendere attrattivo un territorio».

Considerazioni che fanno il paio con quelle di Confartigianato, ma anche con l’appello di Confcommercio Uniascom Varese a «estendere la Zes a tutto il territorio provinciale, in particolare all’area di Malpensa».n

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