Che la Pasqua ci regali la serenità e la paura

L’editoriale di Francesco Caielli

Le notizie si rincorrono, si sovrappongono, si pestano i piedi. Una dietro l’altra, senza chiedere permesso e senza bussare: ci passano sopra. Tanto che non si fa in tempo a capirle, fagocitarle, farle proprie: non si fa in tempo a dare a ognuna il giusto peso.

La realtà è che probabilmente non siamo mai stati così vicini a una guerra – una guerra vera, una guerra in cui le bombe si tirano ma le tirano anche gli altri – come in questi giorni. E non abbiamo granché paura, no: in un’era in cui le cose passano in fretta, ci pare che passerà in qualche modo anche questa.

Facebook è zeppo di prese in giro e fotomontaggi, Trump contro Kim Jong-un, ed è talmente facile riderci sopra che sì: sembra tutto uno scherzo, tutto un gioco. Passeranno, maledizione, questi tempi fatti di leggerezza e cecità nei quali nemmeno un missile a testata nucleare puntato addosso riesce a metterci un po’ di paura. Un po’ di buonsenso.

È Pasqua. La festa più importante per noi cristiani e la festa che più di ogni altra si associa con l’idea di pace. L’augurio, cari lettori, è che ci porti un po’ di serenità: che non significa ignorare quel che accade oppure scherzarci sopra. Significa viverlo per ciò che è, anche se mette paura.