È un allenatore che ha smarrito il contatto con squadra e realtà

L’editoriale di Francesco Caielli

Ci piace che la Pallacanestro Varese abbia inaugurato, e stiamo parlando della società, un nuovo corso: fatto di educazione, di allergia alle sparate sui giornali, all’abitudine di prendere decisioni condivise e poi comunicarle.

Sì, è vero: sembrano cose normali ma da queste parti ultimamente le cose erano andate un po’ diversamente. Quindi, sì: viva questa Pallacanestro Varese, anche di questi tempi in cui da più parti ci tirano per la giacchetta chiedendoci di tirare qualche brava bastonata a dirigenti che – e sono i risultati a dirlo – hanno fatto delle scelte sbagliate.

Ora, però, è arrivato il momento di agire. Dispiace scriverlo: ma Moretti non può più essere l’allenatore di questa squadra perché, di fatto, non lo è già da tempo. Dispiace, davvero, e non lo diciamo per piaggeria: ci chiamiamo Provincia di Varese e proprio per questo siamo i primi a volere che la Pallacanestro Varese vinca. E l’esonero di un allenatore è una sconfitta per tutti, non solo per il coach.

L’impressione è che Moretti abbia perso il manico: della squadra (lo dicono i risultati e le facce dei giocatori), dell’ambiente (lo dicono certe dichiarazioni fuori dalla realtà, certe reazioni inaccettabili a semplici e sacrosante domande giornalistiche). Ce ne siamo accorti noi, se ne sono accorti i tifosi, se ne sono accorti gli avversari (che ringraziano) e se n’è accorta di certo anche la società. Che ora, deve agire: ogni giorno che passa, è un giorno in meno verso una fine tragica e a questo punto decisamente probabile. Abbiamo una certezza: Moretti non finirà questo campionato sulla panchina di Varese. Ecco: allora lo si cambi subito.

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