Fateci sognare una Varese più concreta

Rilanciamo Varese. Ma questa volta facciamo in modo che non sia solo uno slogan. Proviamo ad abbandonare quel vizio della politica che è rappresentato dalle parole che non sono seguite dai fatti. Questa sera saranno presentate le osservazioni al Piano di rilancio culturale e turistico di Varese.

Su questo strumento il dibattito è ormai aperto da settimane e i cori sono come sempre divisi tra chi si ritiene soddisfatto e chi è molto critico. Dividersi in tifoserie è normale. Ma noi proviamo a fare un passo in più: ci mettiamo in attesa di vedere i risultati.

Dando sempre spazio alla discussione e alle diverse posizioni, regola del buon giornalismo, l’appello che lanciamo agli amministratori è uno solo: fateci sognare. Vogliamo vedere un libro dei sogni, definizione quest’ultima che è sempre stata sarcastica e denigratoria e viene utilizzata in politica per descrivere un programma considerato irrealizzabile. Eppure, è denigrante usare in senso negativo la parola sogno. Perché sognare qualcosa, desiderare di raggiungere un obiettivo, è quello che sta alla base della nostra vita,

che ci dà forza. Che ci fa continuare a lottare anche nelle difficoltà. Varese è una città di rara bellezza. Ha una potenzialità enorme, ma sfruttata pochissimo. Vogliamo iniziare a portare Varese in cima al mondo? Al sindaco e all’assessore chiediamo un vero “libro dei sogni”. Ma in senso positivo. Progetti di crescita che diano un futuro alle nuove generazioni. Ma questa volta sul serio. Perché siamo in una fase storica in cui si ha ancora la forza di sognare. Ma se i sogni verranno traditi, forse sarà stata l’ultima occasione per riavvicinare le persone alla cosa pubblica. Fateci sognare.