I nostri auguri cari lettori. Vi aspettiamo al solito posto

L’editoriale del direttore

Quindi, auguri. Auguri a Varese e a chi ha l’onore di amministrarla, perché riesca a rendere questa città ancora più bella e i varesini ancora più orgogliosi: Varese non deve “ripartire davvero”, deve semplicemente continuare a camminare, magari su una strada diversa rispetto a quella cui era abituata.

Auguri a Busto Arsizio e Gallarate, città vive e orgogliose: perché continuino a sentirsi parte di questo meraviglioso tessuto sociale, umano ed economico, bellezza e vanto della nostra provincia.

Auguri agli ultimi, a chi è rimasto indietro, a chi ha paura: girate la pagina e leggete l’intervista a un gigante come don Luigi Ciotti per trovare nelle sue parole un po’ di calore, un po’ di voglia, un po’ di Natale.

Auguri a chi un anno fa, in queste ore, piangeva la morte ingiusta di un figlio diciottenne: questo Natale vi regali un sorriso, anche uno solo, in una giornata di lacrime e di ricordi.

Auguri al mondo, tutto intero: capace di rialzarsi, ancora una volta, perché sia capace anche di trovare il modo di reagire e rispondere ai bastardi del terrore.

Auguri a chi aspetta qualcosa o qualcuno, auguri a chi si è stancato di aspettare. Auguri a chi è sfacciatamente felice e a chi è perdutamente innamorato, auguri a chi bacia con gli occhi chiusi e a tutti i bambini che credono a Babbo Natale.

E infine auguri a voi, cari lettori: perché siete il nostro regalo quotidiano, il nostro motivo di esistere, la forza che ci fa venire in redazione tutti i giorni per cercare di darvi un giornale onesto, profondo, diverso. Ci vediamo martedì, come sempre, al nostro posto in edicola.