Il fuoco amico che cova sotto le ceneri familiari

Molti cattolici criticano il Papa che rifiuta la logica della guerra di religione e apre le chiese ai musulmani: l’accusano di buonismo. Come se fosse debole, e non di segno opposto, l’idea di combattere i violenti con comprensione, dialogo, perdono offerto/ricevuto; e con la pratica amicale, caritativa, misericordiosa. A Varese i leghisti spronano a boicottare l’8 per mille al Vaticano, e uno invoca, ohibò, le dimissioni del pontefice. Pochi cattolici fanno autocritica -e nessun cattolico leghista la fa- sul calo della religiosità,

non elogiando il Papa che lo denunzia da tempo. Ora un libro (“Piccoli atei crescono”, autore Franco Garelli) conferma la tendenza. La secolarizzazione avanza tra le ultime generazioni. Siamo un popolo (italiano/padano) di battezzati sempre meno evangelizzati. La ricerca Eurisko su un campione di 1500 giovani testimonia l’aumento dei non credenti: dal 23 al 28 per cento dal 2007 al 2015. Risultano soprattutto diffusi (toh) al Nord, e hanno genitori – spesso di buon rango sociale e cospicui danée – che han dato loro un’istruzione apprezzabile. Ma non sono stati capaci di trasmettergli la fede. Forse perché praticata secondo pigra tradizione e conformismo ipocrita? Prevale (1) un cattolicesimo più culturale/abitudinario che religioso/convinto, in deficit evidente di attivismo. Prevale (2) la famiglia di modello postmoderno, prossima al materialismo e distante dalla spiritualità. Prevale (3) l’idea che sia da temere solo l’attentato esterno alle mura bimillenarie del cristianesimo, e non anche il fuoco amico che cova sotto le ceneri domestiche. Comprese, anzi in primis, quelle prealpine.