L’occasione mancata per un vero confronto

L’editoriale di Marco Tavazzi

La nostra sarà anche la Costituzione più bella del mondo. Ma come tutte le cose belle, se rimane astratta, finisce per mancare di un’utilità pratica. E avere una cosa bella che puoi solo ammirare, se si trattasse di un’opera d’arte, avrebbe un senso.

Ma una carta costituzionale, il cui nobile e fondamentale compito è quello di regolare la vita della comunità e di sancire i dettami fondamentali della convivenza tra persone, non può rimanere astratta. Eppure, se andiamo a guardare la nostra carta costituzionale, c’è molto da riflettere. Prendiamo ad esempio l’articolo 36, quello che sancisce il diritto di ogni cittadino italiano ad avere un “equo compenso” per il proprio lavoro. “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità

e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi”. Ecco il testo dell’articolo della costituzione. La domanda sorge spontanea: tenendo conto che le istituzioni italiane necessitano di essere riformate, come se ne parla da decenni, la priorità non dovrebbe essere riformarle per garantire ai cittadini l’effettiva tutela di diritti come quello contenuto in questo articolo?I promotori del Sì ne stanno tenendo conto? Perché nel dibattito politico questo non è emerso. I promotori del No, oltre ad opporsi alla Riforma, cosa propongono in alternativa? Il dibattito che si è creato a livello nazionale, e che sta progressivamente crescendo nei toni mano a mano che ci si avvicina alla data del Referendum, non sta entrando in maniera efficace nei contenuti della Riforma, mentre si sta concentrando solo in uno scontro tra i sostenitori del governo del premier Matteo Renzi ed i suoi oppositori. Un modello di confronto lontano dai contenuti, che non può certo giovare al miglioramento del nostro Paese. Ancora una volta, gli italiani stanno perdendo un’occasione di confronto costruttivo per dare vita alla solita mischia tra tifoserie.