Orrigoni cerca Oprandi per minare la maggioranza

Luisa Oprandi è fuori dalla giunta e Varese mugugna. A protestare, tra gli altri, esponenti Pd dalla memoria corta, che 5 anni fa, quando la stessa Oprandi fece il pieno di voti, si guardarono bene dal riconoscerle il risultato e, anzi, la emarginarono. Ora, al di là del fatto che non c’è alcun automatismo tra i consensi ottenuti e l’accesso in giunta e che Galimberti è libero di procedere come meglio crede (di preferenze lui ne ha prese più

di tutti), è giusto ricordare le doti di Luisa: docente, preside, volontaria, donna di cuore e di cultura. E rappresentante diretta di 800 elettori. Punti di forza ben noti allo stesso sindaco, il quale, tuttavia, ha deciso diversamente e ha parlato di competenza e disponibilità. Requisiti che Oprandi può benissimo soddisfare. Quindi, a fare la differenza, c’è un terzo elemento: il rapporto di fiducia. Luisa non ci sta. E ricorda che la vittoria si deve all’impegno di tutti i candidati, lei in primis. Tuttavia, a remarle contro, restano due dati. Il primo affonda le radici nelle primarie, che in via Monterosa hanno aperto una ferita profonda, dolorosa, che solo il tempo potrà rimarginare. La seconda nelle indiscrezioni di queste ore, che vedono Paolo Orrigoni ansioso di proporre proprio lei come presidente del consiglio comunale. L’intento, evidentemente, è di aprire una crepa nella maggioranza (altrimenti dovremmo dedurre che il centrodestra non ritiene di avere esponenti all’altezza di quel ruolo). Certo, chi conosce Luisa sa che non potrebbe mai prestarsi ad alcuna forma di inciucio. Ma non prendetevela con Galimberti se, visti i presupposti, preferisce affidarsi al principe dei proverbi: dagli amici mi guardi Dio, che dai nemici mi guardo io.