Somma, il Ca1 100 anni dopo Rivive il sogno di Gianni Caproni

Somma Lombardo “La provincia di Varese non poteva fare di più”: è sincera ed emozionata Maria Fede Caproni, figlia di quel Gianni Caproni che nella brughiera di Cascina Malpensa, lo stesso 27 maggio di un secolo fa, fece staccare dal suolo il Ca1, biplano tuttora visibile a Volandia, il parco e museo del volo inaugurato lo scorso 8 maggio nella sua veste ufficiale.
Era il 27 maggio del 1910 quando Ugo Tabacchi da Verona si mese alla guida del Ca1.

progettato e realizzato da Gianni Caproni. Una foto dell’epoca, mostra una folla di curiosi, arrivati dai dintorni, in  contemplazione del biplano, poco prima del volo di collaudo. E come allora, anche ieri, alle 14.30 di un pomeriggio di sole, una folla stupefatta, ha voluto quasi toccare il velivolo, prima che si rimettesse in moto dopo la bellezza di cento anni. Non l’originale (quello è appunto in esposizione al museo) ma una fedele riproduzione, pilotata da Mario Marangoni  che per ben tre anni ha lavorato al progetto di ricostruzione. Il Ca1 ha toccato i 50km/h sul prato di Volandia, ma non ce l’ha fatta a staccare dal suolo, complice “il terreno molto bagnato (data la pioggia durata l’intera mattinata), le buche e la pista corta”, ha spiegato lo stesso Marangoni. Poco male. La storica impresa è stata ricordata ugualmente. E gli occhi sono brillati a tutti, quando è arrivato Umberto Caproni, altro figlio di Gianni, a bordo dell’Isotta Fraschini originale che fu proprio del conte suo padre. Peccato non esserci anche Giovanni, altro fratello, assente solo per problemi di salute, ma tra gli ideatori del museo diventato realtà nelle ex Officine Caproni di Case Nuove di Somma Lombardo e Vizzola Ticino (presenti i due sindaci Guido Colombo e Romano Miotti).
“Il Varesotto merita di volare alto con tutti i suoi imprenditori. E’ una terra che sa rendere la storia ancora presente e dare ai propri figli esempi di laboriosità”, così la contessa. Che ha ricordato il padre come “un sognatore”. Uomo d’altri tempi, attento alle maestranze: “Chi lavorava nella sua fabbrica, doveva essere trattato bene. Soltanto attraverso una grande unione di forze e di intenti, la macchina è andata avanti”. Non sarà allora un caso se dopo il riconoscimento ai volontari “Amici di Volandia” dal direttore Francesco Reale (il presidente della Fondazione museo dell’aeronautica Marco Reguzzoni era assente per impegni alla Camera), la contessa Caproni ha voluto di nuovo ricordare questi ex lavoratori: “Mi sembra di vedervi ancora al tornio quando venivo qui con mio papà. Oggi per me è come se non fosse passato un secolo”. 
Alessandra Pedroni

f.artina

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