Bossi dottore, sì di Bonvecchio “Ha cambiato il linguaggio politico”

VARESE La laurea honoris causa a Umberto Bossi? «Possibile». Lo conferma il preside della facoltà di scienze della comunicazione dell’università dell’Insubria. Claudio Bonvecchio, docente di filosofia delle scienze sociali, non nasconde la possibilità di insignire il leader del Carroccio della laurea ad honorem, anche se «non se ne è ancora discusso all’interno dell’ateneo», specifica.
Nessuna proposta formale è stata ancora formulata ma i presupposti per far diventare Bossi dottore in scienze della comunicazione ci sono tutti.

Al Senatur non mancano certo le doti comunicative. E ha cambiato radicalmente il linguaggio della politica (una circostanza riconosciuta anche da tanti avversari). «Bossi è stato il precursore di un modo di fare politica che oggi utilizzano in molti – spiega Bonvecchio – Le boutade e le risse tra politici oggi sono all’ordine del giorno, le tribune politiche e i talk show sopravvivono proprio grazie a queste discussioni,che raggiungono toni da comizio di piazza. Una volta, invece, la politica era compostezza e diplomazia».
Riconoscendogli grandi doti di eloquenza e retorica e tributandogli la capacità di avere una grande presa sulle masse, quindi, Umberto Bossi potrebbe diventare «collega» di Vasco Rossi (Iulm di Milano), Alberto Tomba (Università Sancti Cyrilli di Malta) e Luciano Ligabue (Università degli studi di Teramo), per citare alcuni personaggi che per meriti di carriera hanno ricevuto la laurea ad honorem, arricchendo così il panorama italiano dei laureati in Scienze della Comunicazione. «Non sono solo gli aspetti comunicativi che rendono Bossi un esempio – continua il preside – Ha contribuito a far cambiare la politica italiana non solo nei modi ma anche nei temi. A livello di contenuti ha portato alla ribalta questioni come il concetto di identità e quello del legame con il territorio d’origine. Prima di lui, negli ultimi trent’anni, non ne aveva mai parlato nessuno».
Anche un grande innovatore nei temi politici, il ministro delle Riforme sembrerebbe proprio meritarsi il titolo di “dottore”. «Dovremmo discuterne prima a livello di corso di laurea – conclude il professor Bonvecchio – che si riunirà non prima di settembre. È da lì che deve partire una formale richiesta agli altri organi di Ateneo. Poi toccherebbe al consiglio della facoltà in Scienze esprimersi e, infine, la proposta andrebbe discussa in Senato. Ad oggi non c’è, a livello accademico, nessun formale intendimento e non abbiamo mai preso in considerazione l’ipotesi di dare la laurea honoris causa a Umberto Bossi. I presupposti ci sono tutti, quindi non escludo che possa accadere. E comunque sarebbe il ministro ad avere l’ultima parola».
Valentina Fumagalli

s.bartolini

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