Varese, dal web no a Bossi La Lega insiste: sì alla laurea

VARESE (f.man.) «Per prendersi i meriti e metterci il cappello alla fine un danno d’immagine l’hanno provocato», ammette il senatore leghista Fabio Rizzi sul tema più chiacchierato che concretizzato della laurea honoris causa al leader Umberto Bossi.
Anche se, a dire la verità, nonostante il Senatur in persona l’abbia liquidata come una «stupidaggine», i suoi sono di tutt’altra opinione. «Può essere che la frittata sia fatta – aggiunge Rizzi – ma per favore non dimentichiamo la sostanza»;

cioè che «dopo John Ford con la celebre uscita “l’auto può essere di tutti i colori purché nera”, nelle trovate comunicative viene Bossi». E se il sondaggio lanciato online dal nostro giornale che in una manciata di giorni ha varcato la soglia dei 1.600 votanti e ha incassato il 74% di no, è forse per colpa di un impulso più “di pancia” che “di testa”. È’ stato dipinto un clichet del matto da piazza – commenta Rizzi – ma attraverso quel modo di comunicare ha raggiunto risultati impensabili e inspiegabili ai più. Piaccia o non piaccia è stato lui a cambiare il corso della politica di tutta l’Italia». Se mai su una cosa si può discutere, tornando all’origine: se esista o meno il concetto di laurea ad honorem.
Non è stupito del risultato del sondaggio sulla laurea a Bossi il senatore Giuseppe Leoni: «Se la Lega è al 10% e considerato che la gente sceglie in base all’emotività e non alla ragione, non vedo come sarebbe potuta andare diversamente». Dimostrazione ulteriore, per Leoni, ne è che a furor di popolo, fior di rettori e docenti hanno proclamato dottori personaggi dello spettacolo. «Non so se quella a Bossi fosse un’indiscrezione, ma so che un mese fa avevo incontrato Dionigi e che mi aveva detto che gli sarebbe piaciuto. Personalmente non ho dubbi».
«Un sondaggio su una laurea lascia il tempo che trova», dice il segretario provinciale Stefano Candiani: «Non è esattamente come votare la coniglietta del mese». E se il danno ormai è fatto, dare la laurea al Senatur «potrebbe essere il modo di riportare in carreggiata un riconoscimento accademico che ormai aveva perso valore». «In tutto questo credo che come sempre quello con più buon senso sia Bossi – aggiunge il varesino Fabio Binelli – Già mi pare che la laurea honoris causa sia un’assurdità, inoltre Bossi è un uomo di popolo». Doppio danno quindi. Ma per Binelli non cambierà la vita a nessuno. «Quando si parla per niente si crea sempre un danno. Sarebbe bene che invece di preoccuparsi di quanto bene comunica Bossi qualcuno ascoltasse i contenuti di quello che dice».

s.bartolini

© riproduzione riservata