Sedato e violentato Ecco il racconto-shock

GALLARATE E’ stato definito il “porno massaggiatore”; ma di fatto, se le accuse a suo carico saranno confermate, Roberto Benatti altro non è che uno stupratore seriale.
Stamattina sette delle sue quasi 200 vittime sono comparse in tribunale. Sono tutti uomini, tutti piacenti, tutti giovani: tra di loro persino un ragazzino che all’epoca dei fatti aveva soltanto 16 anni. Sul banco anche il giovane che, nonostante i narcotici  somministrati da Benatti, è riuscito a chiedere aiuto salvandosi da uno stupro e svelando abusi che proseguivano da almeno sette anni.

Lo stop alle pratiche le massaggiatore arriva nel 2007 nello suo studio gallaratese, in via Santa Lucia, ma i primi casi documentati risalgono all’anno 2000. 
Il ragazzo, molto atletico, ha raccontato di essersi rivolto a Benatti su consiglio di un amico. «Mi ha dato delle pillole – ha detto – Mi ha fatto spogliare, sono rimasto con gli slip. Poi è arrivato il torpore, un dormiveglia. Vedevo come dei flash». E infatti ad incastrare Benatti ci sono decine di fotografie scattate ai “pazienti” incoscienti. La vittima ha detto di aver sentito Benatti che lo palpeggiava nelle parti intime; il suo corpo ha reagito in modo automatico. A quel punto l’imputato ha avuto un rapporto orale con il ragazzo che si è poi sentito «inserire del gel gelato nell’ano». Ma quando Benatti cerca di completare l’abuso sessuale, la vittima riesce a gridare e chiedere aiuto; i familiari che sono nella stanza accanto accorrono.
«Lui era furioso – ha detto il testimone – Cercava di nascondere la macchina fotografica quando sono arrivati i carabinieri. Io non mi reggevo quasi in piedi, sbattevo contro i mobili a causa dei sedativi».
Quando i carabinieri hanno mostrato alle vittime le fotografie, lo shock è stato totale: c’è chi ha avuto problemi a rapportarsi con la moglie a causa di quanto aveva subito. E tutti hanno vissuto mesi d’angoscia per paura di aver contratto malattie sessualmente trasmissibili.
Le vittime hanno versato dai 700 ai 2.500 euro per i trattamenti. L’accusa ha così consolidato il capo di imputazione relativo alla truffa: Benatti si faceva pagare per cure mediche senza essere un medico. E avrebbe somministrato farmaci senza avere alcuna autorizzazione.

e.romano

© riproduzione riservata