Varese, sotto i ferri di Roy De Vita “La chirurgia estetica? Un far west”

VARESE Roy De Vita, altrimenti detto il chirurgo delle star, nonché marito di Nancy Brilli, arriva a Varese. Opererà alla clinica privata La Quiete, e pensa di venire qui inizialmente ogni quindici giorni. Salvo pienoni di richieste da parte delle varesine, naturalmente, che il noto chirurgo plastico ritiene più probabili che possibili. «Lavoro principalmente a Roma, ma per spaziare bisogna pensare al Nord prima che al Sud, anche se sono napoletano – ha spiegato ieri presentandosi per la prima volta in clinica – Non è che vado dove c’è la Croce rossa: se devo pescare vado dove ci sono i pesci». E a Varese, per l’appunto, vede una bella riserva.

Va da sé che la tempistica di attesa per delegarlo a metter mano a seno e fianchi sia direttamente proporzionale alla fama del personaggio: «A Roma – precisa – il primo appuntamento disponibile è attualmente a luglio 2013». Ma le varesine non devono disperare. A loro dovrebbe andare meglio, considerando che almeno da queste parti De Vita ha appena messo piede. Chi pensasse al ritocchino d’autore dovrà almeno condividere un principio di fondo: «Non siamo architetti e non facciamo ristrutturazioni. Sono un medico e sono figlio di un medico che mi ha insegnato a curare le persone. Io faccio terapie».

Non fa neanche i miracoli, come ha tenuto a precisare in mezzo a una folta platea di interessati, per lavoro o per lo specchio. «Spesso arrivano pazienti sovrappeso che mi chiedono una riduzione, e devo ripetere tutte le volte che la liposuzione è per il grasso localizzato. E poi signore, mettetevelo in testa: non esiste nessuna cura per la cellulite. Si può togliere il grasso, ma la cellulite resta, rassegnatevi».

La richiesta più gettonata in assoluto però resta lei, la mastoplastica additiva, vale a dire le protesi al seno. Non ha costi proprio irrisori, a dirla tutta: si parla di una cifra media di 10 mila euro. De Vita denuncia proprio il «far west» (parole sue) del settore della medicina e della chirurgia estetica e plastica: «La probabilità che una protesi al seno si rompa è quasi nulla. Che accada due volte a una stessa paziente è

come il sei al superenalotto. Se succede vuol dire che sono state usate protesi di bassa qualità». Dunque, attenzione massima a chiedere sempre cosa viene inserito, che si tratti di silicone o di una banale “punturina”. «C’è anche il botox cinese – spiega – Mi è capitato di sentire offerte in centri estetici a 89 euro. È la metà di quello che fanno pagare a me. In questi casi c’è la certezza matematica che non si sa né di che sostanza si tratti, né l’effetto che avrà sulla paziente». Devastante, in qualche caso: «La metà delle volte intervengo su patologie secondarie».

Quasi sempre i pazienti sono donne. «La notizia è che gli uomini non esistevano e adesso ci sono. Ma dire che siano un numero importante è una stupidaggine di dimensioni mondiali. Sono circa uno su dieci». In campo maschile stravince la rinoplastica, seguita dalla blefaroplastica per le palpebre raggrinzite.

Francesca Manfredi

e.marletta

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