Alle urne per diventare svizzeri Anche Viggiù vuole andare di là

VIGGIU’«Un referendum per andare con la Svizzera? Dove si firma?». La butta sul ridere Sandy Cane, la sindaca leghista di Viggiù, che poi torna seria e spiega di condividere appieno le posizioni già espresse sulla questione nei giorni scorsi da Matteo Bianchi, Stefano Candiani e da altri sindaci del Carroccio: «Hanno ragione, facciamo un referendum, sentiamo cosa ne pensa la gente e vediamo. Credo che dall’altra parte del confine si stia meglio, specialmente in questo momento di grande sofferenza».
Viggiù è a un passo dalla Confederazione ed è più facile fare paragoni: «Sono sicura che in caso di referendum si vincerebbe facilmente. Come me la pensa anche il sindaco di Saltrio, che in passato aveva già avanzato una proposta analoga, del resto è mio cugino e buon sangue non mente».

La Cane va oltre la boutade dell’annessione al Canton Ticino e parla delle difficoltà economiche che i comuni stanno attraversando in questo periodo difficile: «Io penso alla mia zona e penso alle difficoltà che abbiamo. È ora che i comuni di Clivio, Saltrio e Viggiù pensino a tornare uniti. Io sono disposta a questo sacrificio. A rinunciare ad un po’ di campanilismo per avere meno spese. Allo stesso modo e in virtù degli stessi principi si potrebbe pensare di andare con la Svizzera,

per garantire migliori servizi ai nostri cittadini», servizi che in Italia le amministrazioni locali fanno sempre più fatica a garantire: «Del resto da Viggù facciamo prima ad andare a Lugano o Mendrisio piuttosto che andare a Varese, quindi dico ben venga la Svizzera». «Ne ho già parlato con il sindaco di Melide, abbiamo un piano – conclude Cane – lui mi invade e io mi arrendo. Tanto non abbiamo mezzi per fermarlo».

j.bianchi

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