Samarate, l’omicida dal gip «Non so perché l’ho uccisa»

Samarate – (s. car. ) «L’amavo davvero, non so perché l’ho uccisa e nemmeno perché c’è stata così tanta violenza». Domenico Cascino, 42 anni, arrestato per l’omicidio di Marianna Ricciardi, 35 anni, massacrata lunedì mattina nella sua casa di via dei Faggi, ha confermato tutto davanti al gip Patrizia Nobile e al pm Mirko Monti che l’hanno ascoltato ieri mattina in sede di udienza di convalida. Ha confermato e aggiunto dettagli: il primo bacio lui e Marianna se lo erano dati il 25 maggio all’Aloisianum. Cascino conferma che i due erano amanti da quel momento e che venerdì scorso si erano lasciati di comune accordo.

L’assassino ha raccontato che quel lunedì mattina fu Marianna a chiamarlo, due volte (e questo emerge anche dai tabulati telefonici della donna) e ad invitarlo per bere un caffè. Poi i due litigano, lui sta per andarsene ma lei lo trattiene afferrandolo per un braccio.

A quel punto la vittima insulta la famiglia di Cascino: «Non ricordo cosa abbia detto, ma se l’è presa con la mia famiglia». E lì, lui, ha perso la testa. L’omicida ha raccontato di averla colpita alla tempia con la scacchiera. Marianna era già morta e lui se n’era accorto ma ha continuato ad infierire.

«Mi riservo – ha spiegato Davide Toscani, difensore di Cascino – Di chiedere una perizia psichiatrica relativa al momento dell’omicidio. Se fosse stato lucido e capace di intendere e di volere, perché avrebbe dovuto infierire su una donna che sapeva già morta?».
Sul giornale di sabato 19 novembre altri servizi sulla vicenda.

p.rossetti

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