Busto, l’indignazione di Ciapparella «Al cimitero uno scempio continuo»

BUSTO ARSIZIO «Un gravissimo stato d’abbandono. Uno scempio vergognoso». Così Luigi Ciapparella, architetto e storico responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Busto Arsizio, pur mantenendo un tono modulato, manifesta la sua indignazione nella forma e nei contenuti.
L’oggetto di tanto sdegno sono il forno crematorio bustocco, definito appunto «uno scempio», e l’ampliamento del cimitero principale cittadino, teatro di un «gravissimo stato di degrado». Quella di Ciapparella è una pubblica denuncia: «Mi domando come gli amministratori abbiano potuto approvare e tollerare una cosa del genere».

I fatti. «Giovedì 23 febbraio sono andato in visita all’ampliamento del cimitero principale, uscendone sconvolto – spiega l’architetto – Due le ragioni: lo stato di abbandono in cui giacciono alcune parti e la compromissione in atto della stessa possibilità del completamento organico».

Partiamo dall’abbandono: «La manutenzione è totalmente assente. O al più esito di interventi sporadici, scoordinati e disomogenei. L’unica omogeneità sta nella mostruosa e generalizzata soluzione adottata per smaltire l’acqua piovana dalle lunette di copertura e l’acqua di stravento dei primi piani, attraverso pluviali esterni alle esili strutture dei patii».

Da tecnico, l’ex dirigente comunale non ha potuto non notare che «molti pilastri presentano gravi lesioni al piede o in corrispondenza delle riprese dei getti, con ferri a vista anche notevolmente arrugginiti». L’effetto è dovuto al dilavamento dei materiali e «all’assenza di manutenzione accurata».

E ancora: «Numerosi solai, sia dei primi piani che di copertura, sono fessurati, con conseguenti infiltrazioni d’acqua e formazione di macchie nei sottostanti pavimenti. Intere costruzioni, anche fra le più recenti, hanno le superfici più esposte fortemente depauperate nel cemento per effetto del dilavamento. E sono aggredite e annerite dal muschio per mancanza di trattamento protettivo».

L’architetto Ciapparella precisa: «L’insieme degli elementi di degrado è tale che alcune costruzioni, nel corso degli anni e in assenza di un’opportuna manutenzione, potranno essere fortemente compromesse. Non capsico come migliaia di cittadini possano tollerare una cosa simile».

Ciapparella, quindi, affronta il tema delicato del forno crematorio: «Uno scempio – tuona – Non solo è stata malamente realizzata l’infelice struttura, ma per dare accesso al forno ho notato che sono in fase di realizzazione sentieri, vie d’accesso pavimentate e muri recintati, proprio sull’area destinata ai patii, con evidente impossibilità di garantire un organico completamento dell’ampliamento. È una vera indecenza».

L’ex tecnico municipale aggiunge: «Il progetto fu seguito da me e io mi assumo le mie responsabilità: all’epoca il cemento armato pareva una soluzione eterna. Ma l’assenza di manutenzione non è una mia responsabilità. Ho deciso di fare questa denuncia perché il cimitero è un luogo di culto, il luogo dove riposano i nostri cari: dovrebbe avere un decoro. Nessuno vorrebbe vedere casa propria in quelle condizioni. Io credo che il posto dove riposa chi si è amato, e che appartiene all’intera collettività, quindi a tutti noi, meriterebbe un’attenzione diversa».

Simona Carnaghi

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