Perizia sulla morte di Uva “Noi non ci arrendiamo”

VARESE «La perizia ci rende giustizia». Chi parla è Lucia Uva, la sorella dell’artigiano spirato a 43 anni nell’ospedale di Circolo di Varese dopo un trattamento sanitario obbligatorio e dopo quasi tre ore passate nella caserma dei carabinieri di via Saffi.

La perizia del tribunale sulla morte di Giuseppe Uva ha stabilito che il cuore già malandato dell’artigiano ha ceduto a causa dell’intossicazione alcolica acuta e dal fortissimo stress vissuto in quella tragica notte fra il 13 e il 14 giugno 2008. Tra le cause del decesso, gli esperti escludono che il decesso possa essere stato provocato da «sollecitazioni traumatiche»; ed escludono anche la possibilità che siano stati i farmaci iniettati in ospedale a provocare l’aritmia fatale.

Ma secondo Lucia Uva, «possiamo tirare la verità da una parte o dall’altra, ma i periti nominati dal giudice dicono chiaramente che la causa della morte di mio fratello è in ciò che accade “nel periodo compreso tra il fermo attuato alle ore 3.00 e l’accesso al pronto soccorso alle 5.48” di quella brutta notte».

«I medici non hanno colpe nell’avergli somministrato i farmaci – prosegue – mio fratello è morto per i traumi e per il fortissimo stress subito a lungo quella notte. In quel cono d’ombra reso impenetrabile dal pubblico ministero».

La perizia ha fatto chiarezza anche sulle origini del sangue ritrovato sul cavallo dei pantaloni. «Non sapevo mio fratello avesse le emorroidi – ammette Lucia Uva – ma quel che so è che quell’emorragia gli è accaduta proprio quella terribile notte. Prendo atto che i periti non escludono che la perdita di sangue così vistosa sia stata prodotta da un traumatismo e che non è identificabile un eventuale corpo contundente usato allo scopo».

La chiave della tragedia, secondo, i familiari, sta dunque nelle ore passate nella caserma di via Saffi. Lì, sempre secondo alcuni familiari, sarebbe stato sottoposto a sevizie; le forze dell’ordine, al contrario, hanno sempre parlato di atti di autolesionismo.

e.marletta

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