Vendita di Malpensa choc Intercettazioni e sospetti

MALPENSA Vendita di Sea, un’intercettazione mette nei guai l’amministratore di F2i Vito Gamberale.
«Bando su misura». La ricostruzione apparsa sul settimanale “L’Espresso” ha fatto scoppiare la bomba politica, alla vigilia del dibattito sulla cessione di una seconda tranche della società di gestione degli scali di Linate e Malpensa. Nell’intercettazione, che risale a metà ottobre, Gamberale parla con una persona top secret «in ottimi rapporti con i vertici nazionali del Pd», stando al settimanale. «I due mostrano grande intimità

e Gamberale fa molte domande sul bando del Comune, raccomandandosi che non ci siano sorprese. L’altro lo tranquillizza e gli dice che sarà costruito su misura, proprio in base a quanto il fondo desiderava. E insieme ridono della faccenda». Che finisce il 17 dicembre con l’acquisto del 29,83% di Sea da parte di F2i al prezzo di 385 milioni di euro, con tanto di polemica per l’esclusione del fondo indiano Sirei, giunto con dieci minuti di ritardo in Comune per depositare l’offerta in busta chiusa che, si scoprirà poi, era di 40 milioni superiore a quella di F2i.
Ieri, in seguito alle notizie e al presunto “giallo” sugli atti della vicenda che sarebbero fermi in Procura a Milano, un nuovo colpo di scena con la perquisizione ordinata dalla Procura di Firenze negli uffici di Vito Gamberale e in quelli dell’assessore regionale ai Trasporti della Toscana Riccardo Conti, che risultano indagati per corruzione per un’opera infrastrutturale mai realizzata, la bretella autostradale Lastra a Signa-Prato. L’intercettazione svelata da “L’Espresso” sarebbe emersa proprio nell’ambito delle indagini fiorentine e trasmessa per competenza a Milano.
Per certi versi, ricorda da vicino sia la telefonata Fassino-Consorte («Abbiamo una banca?») che la triste vicenda degli appalti dell’Aquila (la risata del costruttore Piscicelli a poche ora dal sisma), ma soprattutto getta un’ombra sulla vendita del 30% di Sea a F2i e sui rapporti tra Gamberale e il Pd. Anche perché Riccardo Conti nel 2011 era coordinatore nazionale per le infrastrutture del Pd.
Per il deputato varesino del Pd Daniele Marantelli però «sarebbe azzardato trarre conclusioni in presenza di notizie che per ora ci dicono che non ci sono contestazioni di reati da parte della magistratura». Stop preventivo alle strumentalizzazioni: «Un conto è dissentire da una scelta politico/amministrativa, altro usare politicamente delle intercettazioni».
Qualche preoccupazione tra le organizzazioni sindacali. Il segretario provinciale di Fit-Cisl Dario Grilanda è cauto ma ammette che quanto emerso gioca a favore della battaglia dei sindacati contro la privatizzazione di Sea: «Noi siamo per Sea pubblica, a prescindere da quel che sta venendo fuori e da risvolti giudiziari che in questa fase ci interessano fino ad un certo punto. Ora a maggior ragione spero che ora qualcuno in consiglio comunale a Milano faccia marcia indietro».
Un comunicato congiunto delle segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil precisa il concetto: «Spetta alle forze politiche valutare ulteriori fasi di riflessione sul percorso futuro».

b.melazzini

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