Busto, massacro di Borsano Ridotte le pene in appello

BUSTO ARSIZIO Delitto Sporchia: la Corte d’appello di Milano riforma la sentenza di primo grado. Daniela Craici è stata condannata a 30 anni di carcere; il gup di Busto Alessandro Chionna aveva sentenziato l’ergastolo. Scendono di due anni le pene a carico di Christian Palatella, figlio della Craici, condannato a 18 anni di carcere (20 anni in primo grado), e Luca Modena, amico di Christian, condannato a 14 anni (16 anni in primo grado).

Soddisfatti i difensori; amareggiati i familiari delle vittime: Giuseppe Sporchia, per tutti Pino, 60 anni, ucciso a colpi d’accetta nella sua abitazione di via Novara a Borsano; e Bambina Berra, moglie di Sporchia, 61 anni, ferita in modo gravissimo: si salvò dal colpo di grazia fingendosi morta.

Secondo l’accusa, fu la Craici a chiedere al figlio e all’amico Luca (il ragazzo era senza fissa dimora e in quella casa aveva trovato un rifugio) a dare una lezione «ai due vecchi» che, secondo lei, stavano minando il suo matrimonio. L’unione, infatti, stava naufragando e la Craici dava la colpa all’invadenza dei suoceri.

«Parliamo di una donna disperata – dice Donetti – Ha allevato due figli praticamente da sola, ha sempre lavorato mantenendo la famiglia. In questo matrimonio aveva trovato serenità; l’accaduto è frutto della disperazione di una donna che vede il suo mondo crollarle addosso». Il rancore ha continuato a covare sino a spingerla a chiedere al figlio di «dare una lezione ai due vecchi»: in un certo senso, la Craici ha spinto il figlio ad agire.

Quando Luca e Christian arrivarono in via Novara e la mattanza ebbe inizio (Pino Sporchia fu colpito in soggiorno, poi seguito in cucina e massacrato; mentre la moglie fu aggredita in camera da letto), la Craici non era presente. Arrivò dopo; era lì quando i carabinieri arrivarono: sostenne l’ipotesi di una rapina finita male. Poche ore dopo veniva arrestata con il figlio e Modena, nel frattempo rifugiatisi in un albergo di Legnano.

m.lualdi

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