Indigesto il piano di Milano Malpensa vuole contare di più

MALPENSA Sfumature diverse di pensiero, ma la voglia di farsi sentire c’è tutta. E la rabbia pure. Il convegno della Uil e Uiltrasporti dell’altro ieri allo Sheraton su “C’era una volta Malpensa?” ha scatenato il territorio.
Rimettere Malpensa al centro, a tema: questo l’obiettivo del segretario generale della Uil di Varese Antonio Albrizio che ha aperto il convegno. Un primo passo riuscito.
Il sindacato indirizza un coro unico all’assessore al Bilancio del Comune di Milano Bruno Tabacci.

«Pur comprendendo le sue posizioni, è stato irrispettoso verso i lavoratori di Malpensa che hanno prodotto utili per il Comune di Milano e contribuito a fare cassa», commenta Albrizio.
«Noi rispettiamo gli amministratori, ma qui siamo a Varese e anche questi lavoratori devono poter dire la loro visto che hanno contribuito a portare i dividendi a Palazzo Marino», aggiunge Dario Grilanda, segretario generale della Fit Cisl di Varese.
«Sono loro, i lavoratori di Sea che hanno tenuto insieme il “carrozzone”, loro hanno tenuto aperto l’hub nel ’98 quando mancavano computer e sedie negli uffici e si lavorava nel caos generale, tra insulti, minacce e percosse. Loro hanno stretto i denti e il 4 novembre del 1998 (Malpensa 2000 era stata inaugurata il 25 ottobre, ndr) l’allora presidente Sea Giuseppe Bonomi ha convocato le organizzazioni sindacali per decidere se fosse possibile continuare a tenere aperto» prosegue.
«Non si può non ricordare. Le conquiste salariali e occupazionali non sono state regali e gli accordi di secondo livello oggi esistenti in Sea, fanno parte di una storia sindacale di 50 anni dentro questa azienda», sbotta Grilanda.
Ora torna il tema del ridimensionamento di Linate, salvezza di Malpensa. «Serve un riequilibrio tra questi due scali, Linate drena traffico verso gli scali europei e l’emorragia procurata a Malpensa va fermata. Serve un piano strategico che dia regole al Paese», rimarca Albrizio.
Ma per la Filt Cgil siamo già oltre: «Si chiudono i cancelli quando i buoi sono già scappati. Il piano nazionale degli aeroporti arriva quando ormai ciascuno ha fatto da sé», annota Franco Brioschi (Filt regionale). «È un vecchio tema quello di Linate, già sollevato nel ’98 e dopo 14 anni siamo ancora a dire le stesse cose. Tabacci si accorge adesso del problema Malpensa? Dove era quando è stata fatta saltare l’alleanza tra Alitalia e Klm? E quando c’è stato il de hubbing? E perché quando bisognava scegliere un hub per il Paese, non si è scelto Malpensa, unico scalo a poter svolgere questo ruolo?».
Il rimedio? «Liberale gli slot a Linate, aprire il cielo di Malpensa senza più vincoli e tagliare il monopolio di Cai».
Anche Grilanda parla di open sky come per il Nord America «in modo da togliere tutti i veti su Malpensa: questa è la base del rilancio». Viceversa, la vendita di Sea e la provocatoria chiusura di Linate incalza il segretario Fit «porteranno niente ai Comuni intorno a Malpensa, nessuna certezza occupazionale ai lavoratori e non una vera ripartenza dello scalo nostrano».

s.bartolini

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