Sul Ticino l’enigma della cavalletta rosa

VIZZOLA TICINO A Vizzola Ticino l’invasione delle cavallette rosa. Non è una piaga biblica, e nemmeno una simpatica favola di Rodari, ma lo straordinario ritrovamento di un bambino di otto anni che, tra i fili d’erba del proprio giardino, ha visto e catturato lo sgargiante insetto.

 La storia è stata raccontata ieri da “La Repubblica Tv”. Un ritrovamento che ha dell’incredibile per la famiglia di Vizzola Ticino che abita in quella casa da 12 anni e che mai ne aveva avvistate prima. Rosa, come gamberetto o fenicottero, l’insetto si fa notare ed è proprio questo che stupisce. Diverse le opinioni degli esperti, secondo i quali la colorazione rosa potrebbe essere dovuta a diversi fattori: ambientali, come l’umidità e la temperatura, e genetici come la combinazione di caratteri recessivi.

La più accreditata riguarda un’anomalia genetica. Il pigmento deriverebbe, infatti, dalla mancanza di un particolare cromosoma, una sorta di versione “albina” dell’insetto mangia-tutto. Tutta colpa dell’eritrismo che fa assumere a molti esemplari una vistosa colorazione rosa, a volte dai toni magenta accesi. C’è poi chi, con occhio esperto, ritiene si tratti semplicemente dell’ortottero conosciuto come “Pezotettiz giornae”.Una specie comune, piuttosto frequente nei prati magri e nei luoghi aridi della provincia, che si colora in particolari condizioni climatiche.

Niente di speciale, quindi, ma ben più affascinante è la versione che attribuirebbe la rosea livrea a una modificazione dettata dall’evoluzionismo.
Un cambiamento per salarsi la pelle. Pare, infatti, che molti insetti, compresi i predatori della cavalletta, non siano in grado di percepire il colore rosso e che quindi quella che per noi è una colorazione vistosa e inconfondibile, per loro non sia assolutamente visibile.Per la cavalletta l’abito rosa avrebbe la funzione di un “mantello dell’invisibilità” che la renderebbe indistinguibile in mezzo a un prato.

Si possono, poi, escludere tutte le ipotesi secondo le quali la tinta sia da addebitare a qualunque forma di inquinamento da diserbanti o da agenti esterni, nonostante alcuni esemplari siano state trovati anche a Fukushima. Quel che è certo, invece, è che d’ora in poi ritrovarsi una cavalletta rosa nell’orto, in provincia di Varese, non dovrebbe più creare sconcerto, anche perché la specie non è assolutamente tra quelle rare o in grado di procurare seri problemi alle coltivazioni nostrane. Chi fosse curioso sul fenomeno, piuttosto, dovrà armarsi dello stesso spirito d’attenzione che ha portato il piccolo “ricercatore” vizzolese a imbattersi nell’animaletto.

b.melazzini

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