Mazzette alla motorizzazione Spuntano le intercettazioni

VARESE Almeno un centinaio le revisioni false a carico di altrettanti veicoli, ma il numero potrebbe essere destinato a salire.
L’incrocio dei dati da parte degli inquirenti non sarebbe ancora terminato: al vaglio ci sarebbero le pratiche finite sotto sequestro durante le 50 perquisizioni eseguite tra Varese e Verbania tra venerdì e sabato.
In alcuni casi risulterebbero persino dei numeri di targa sbagliati collegati ad automezzi mai davvero revisionati.
Il terremoto che ha scosso la motorizzazione civile di Varese non sarebbe ancora terminato: intanto è

certo che sono tre gli ingegneri finiti agli arresti dopo il blitz scattato venerdì ad opera della polizia stradale di Verbania coordinata dal sostituto procuratore Massimo Politi.
Si tratterebbe di tre funzionari di primo piano dell’ufficio varesino della motorizzazione: tutti con incarichi di alto vertice, tutti con la possibilità di fare affari con proprietari di grandi parchi mezzi disposti a pagare una mazzetta, con i titolari di alcune agenzie per pratiche auto a fare da intermediari, pur di ottenere uno sconto sui grandi numeri che la revisione completa (e reale) delle flotte di mezzi avrebbe invece comportato.
Sotto sequestro sarebbero finiti anche parecchi supporti informatici; i computer (sigillati anche alla motorizzazione civile), oltre alle pratiche già finite sotto sequestro, potrebbero disvelare altri inganni. In manette sono finiti anche i titolari delle agenzie per le pratiche automobiliste con sede Varese e Castellanza, coinvolti nello scambio di “favori”, il loro ruolo non è ancora stato definito con chiarezza dagli inquirenti; stando a due dei principali capi di imputazione (concussione e corruzione) è possibile che in alcuni casi siano stati i privati in questione ad offrire una tangente ai funzionari della motorizzazione civile per falsificare le revisioni favorendo così alcuni loro ottimi clienti (forse anche persone con mezzi non proprio idonei a passare la revisione ma con la mazzetta tutto si risolveva).
Mentre in altri casi potrebbero essere stati proprio i funzionari a richiedere il pagamento extra per chiudere entrambi gli occhi e falsificare gli atti (il falso è un altro dei capi di imputazione contestati).
L’ultima accusa riguarda il peculato; in questo i dipendenti della pubblica amministrazione potrebbero aver utilizzato denaro pubblico per scopi privati. La questione dovrebbe definirsi meglio tra oggi e domani quando gli otto arrestati varesini (e presumibilmente anche i quattro arrestati a Verbania) dovrebbero comparire davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia.
In 48 ore gli arrestati potrebbero fornire al giudice per le indagini preliminari che ha firmato le ordinanze eseguite venerdì mattina la loro versione dei fatti.
L’indagine sarebbe però ancora in corso: tra i vari reperti sequestrati figurerebbero anche dei timbri fasulli (le cui tracce risulterebbero su alcuni dei documenti sigillati) la cui provenienza resta ancora da stabilire.
Nel novero degli indagati compaiono, oltre a singoli possessori di veicoli, anche piccole società di autotrasporto: i mezzi di tutti gli indagati (si parla di un centinaio di persone) sono tutti stati sequestrati.
E del resto così sarebbe stato anche soltanto applicando la norma che prevede il sequestro del mezzo in caso di mancata revisione. Le prove a carico sarebbero solide; con tanto di intercettazioni telefoniche attraverso le quali ci si accordava sul prezzo.

s.bartolini

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