Sanità, non ridurre le spese «Ci giochiamo il futuro»

VARESE «La spesa per la sanità e per l’educazione deve essere protetta se si vuole uscire dalla crisi, altrimenti le forze non si rigenereranno e i cittadini non potranno pensare a come ricostruire il futuro». Così Eduardo Missoni, dell’osservatorio italiano salute globale (Oisg), relatore del convegno che si è tenuto mercoledì 17 aprile a Villa Recalcati, in collaborazione con Medici con l’Africa Cuamm e con il patrocinio della Provincia di Varese.
«Alcuni paesi hanno tagliato i fondi, come l’Italia. Altri hanno deciso di aumentare la spesa pubblica, come il Regno Unito. La storia ci insegna che il più valido approccio è quello controciclico: quando c’è una crisi bisogna aumentare le spese per i settori deboli. Bisogna proteggere la spesa sanitaria i redditi e l’occupazione di fasce di reddito basse e intermedie».

Quando c’è una crisi, inoltre, sul sistema sanitario nazionale pesano più utenti, dal momento che meno cittadini comprano servizi privati. A questo si unisce una riduzione di investimenti nella sanità da parte di fondazioni, che non possono più colmare il vuoto di risorse del pubblico. «Tagliare non è la soluzione, bensì reindirizzare le risorse dove ce più necessità, riducendo gli sprechi» continua Missoni, che pone anche una ulteriore riflessione: «Alcuni dicono che il momento di crisi è utile per ripensare la sanità. Quindi per aumentare la prevenzione e l’assistenza primaria. Bisogna insistere su livelli primari, aumentando la prevenzione». «Bene anche gli interventi fiscali, come quello di scoraggiare con la tassazione il consumo di bevande gassate e zuccherate che portano a malattie cardiocircolatorie» conclude Missoni. A. Mor.

b.melazzini

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