Clet Abraham, quando l’arte si fa sociale. E diventa azione incisiva nella comunità

L’artista francese ha realizzato il logo che rappresenterà l’Alzheimer Fest di Gavirate dall’1 al 3 settembre

Clet Abraham è uno street artist francese, figlio dello scrittore Jeanne Pierre Abraham.

Vive in Italia da quasi vent’anni.

A Firenze, la città dalla quale scaturì una autentica rivoluzione dei linguaggi dell’arte che si irradiò dal XIV secolo pressoché in tutta la penisola italica.

E siccome mai nulla accade per caso, proprio da Firenze il controverso artista francese ha avviato la sua rivoluzione al mondo della cartellonistica stradale invadendo il contesto urbano italiano.

Attraverso i suoi stikers che attacca sui cartelli stradali trasformandoli in opere d’arte dissacranti e sorprendenti, Clet Abraham ha creato un linguaggio visivo nuovo e dirompente che, lasciati da parte i temi di denuncia e critica cari alla cultura della street art e del graffitismo, suggerisce una lettura poeticamente ironica del mondo attraverso una semplicità grafica quasi infantile ma tutt’altro che banale.

E così i segnali stradali si trasformano in potenti opere di arte urbana, veicoli di un messaggio di solidarietà, di ironia e di bellezza affinché si torni a uno stato di leggerezza e libertà che la quotidianità e le sue regole non sempre permette.

«Solo chi si prende troppo sul serio rischia di passare per un buffone», dice l’artista francese.

A lui gli organizzatori della prima edizione dell’Alzheimer fest, in programma a Gavirate nei giorni dall’1 al 3 settembre 2017, hanno affidato la realizzazione del logo che caratterizzerà l’evento.

Il simbolo che l’artista ha creato è una faccia buffa, colorata, che lascia alla interpretazione e al divertimento di chi la osserva la possibilità di percepire il tema della kermesse senza nulla imporre, mettendo la sua arte totalmente al servizio di una comunicazione sociale su una questione che non può cadere nel nascondimento.

Dal sito ufficiale di Alzheimer fest (www.alzheimerfest.it) si legge: –  Lui c’era, il giorno in cui è nata l’Associazione Alzheimer Fest. Un artista che non ama i confini, i sensi unici o vietati della cosiddetta normalità. Uno così non poteva che andare a braccetto con il Fest.

Il suo logo lo dimostra. Brilla per la sua assenza, direbbe il poeta.

L’avete guardato con attenzione? Che cos’ha di particolare? Anzi: che cosa gli manca? Ecco, forse avete già indovinato. Al suo, al nostro, Alzeimer Fest manca l’H nel mezzo. Non è un errore. È una dimenticanza voluta. Uno scherzo ai professionisti della salute. Un segno che scordarsi qualcosa, perdere qualche pezzo, rottamare un mare di cellule, non impedisce di vivere. Di sentire: Mister o Lady Alzeimer (senz’H) hanno le orecchie come frecce puntate verso il mondo, verso gli altri, e il sorriso a denti stretti di chi non si vuole arrendere – .

Che cosa è l’Alzheimer Fest Gavirate dunque ancora una volta si mette in gioco con un evento di livello, una festa nazionale dell’alzheimer nel mese di settembre che in tutto il mondo dal 1994 ha l’obiettivo di promuovere le attività di sensibilizzazione e prevenzione e contrastare l’emarginazione sociale legata alla malattia.

Quello dall’1 al 3 settembre sarà un week end fatto di incontri, spettacoli, laboratori creativi, mostre d’arte, spettacoli, teatro (il programma sul sito ufficiale www.alzheimerfest.it) e tanta convivialità per valorizzare la possibilità di percepire la malattia dell’alzheimer non come limite alla vita, ma come storia viva di affetti, di cultura, di sogni anche di chi vive con poca memoria.