I tempi barbari si civilizzano con la cultura. E noi li sfidiamo con la poesia nell’epoca della post-verità

I tempi barbari si civilizzano solo seminando cultura. Una frase che abbiamo chiara ben stampata nelle mente, e alla quale cerchiamo di essere coerenti, proponendo a Voi lettori delle pagine che abbiamo l’ambizione di definire di qualità, nella sezione culturale del nostro giornale. Ogni giorni promuovere la cultura è una sfida alla quale ci dedichiamo con passione. E da qualche tempo abbiamo deciso di ampliare l’offerta, dando vita a La Terza, che rappresenta la punta di diamante di questa settore.

Oggi, subito prima de La Terza, trovate Poiesis, una pagina che sarà dedicata settimanalmente alla poesia.

Una scelta folle, per un quotidiano? Premettendo che un po’ folli lo siamo e una certa dose di follia è necessaria alla vita per affrontarla lontano dal grigiore quotidiano, sicuramente puntare sulla poesia significa non seguire quella tendenza odierna a “sminuire” tutto ciò che fa parte del passato.

La ricerca frenetica, tipica della società contemporanea, alla novità a tutti i costi, indipendentemente dalla sua qualità, non è sempre qualcosa di premiante. E se premia lo fa nel breve periodo.

L’umanità è anche memoria, e ricerca delle origini. Soprattutto ricerca della verità in quest’epoca che ormai viene definita della post-verità.

E preservazione di metodi di ricerca che ci portiamo dietro da millenni. La poesia, come le altre arti, è nata nell’antichità ed ha sempre accompagnato l’uomo. Evolvendosi, cambiando, seguendo i tempi, ma sempre rappresentando quella ricerca, quel bisogno di esprimersi e di “creare” che sta alla base della natura umana.

La poesia è parte della nostra anima. Anzi, è lo strumento con noi la nostra anima si rapporta al mondo. Fare poesia è un viaggio alla scoperta del mondo. Un viaggio che vogliamo fare insieme.