Passione e magia all’ombra del Sacro Monte. I maestri del teatro italiano arrivano in città

Dal 6 al 27 luglio via all’ottava edizione del festival che porterà a Varese anche il grande Giacomo Poretti

È tutto pronto per l’ottava edizione di uno degli eventi più amati dell’estate varesina. Dal 6 al 27 luglio torna infatti il festival teatrale “Tra Sacro e Sacro Monte”, che animerà le sere d’estate in cima al borgo: la Terrazza del Mosè sarà infatti la splendida cornice di sette rappresentazioni di pura prosa, in cui si esibiranno grandi artisti della scena teatrale italiana come Umberto Orsini, Elisabetta Pozzi, Arianna Scommegna, Carmelo Rifici e Angela Demattè, gli attori del Teatro Due di Parma, Ermanna Montanari e Giacomo Poretti, del famoso trio “Aldo, Giovanni e Giacomo”.

Ieri mattina a Palazzo Estense si è tenuta la presentazione della manifestazione, realizzata dall’Associazione Kentro in collaborazione col Comune di Varese nell’ambito del progetto regionale Cult City. Importante il sostegno della Camera di Commercio, rappresentata dal presidente Giuseppe Albertini, e la collaborazione del Parco Regionale Campo dei Fiori e della Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte, per i quali erano presenti rispettivamente Giuseppe Barra e monsignor Erminio Villa, parroco di Santa Maria del Monte.

Il regista varesino e direttore artistico del festival, , illustrando il ricco programma della rassegna, ha affermato: «Questa edizione è davvero una sfida, abbiamo allestito un cartellone vario e di alto livello, con grande attenzione alle realtà locali. Il festival dev’essere un motore per la nostra città: ospitare grandi artisti è molto importante, ma coinvolgere e collaborare con realtà nascenti del territorio lo è ancora di più». , presidente dell’Associazione Kentro, ha aggiunto: «Il nostro obiettivo è creare spazi di vita buona dove approfondire il senso più profondo della nostra esistenza. Il Sacro Monte lo è come pochi altri, un luogo perfetto per un evento culturale e di valore come questo».

Oltre agli appuntamenti di prosa, tutti ad ingresso libero e gratuito, la nuova edizione di “Tra Sacro e Sacro Monte” prevede molte novità: il teatro itinerante lungo la Via Sacra, l’incontro del 13 luglio sul monologo teatrale con la nota giornalista e critica teatrale del Corriere della Sera, Livia Grossi, un grande concerto barocco nella serata di martedì 25 luglio e tutti i giovedì, prima degli spettacoli, aperitivi in terrazza alla Location Camponovo.

Interrogato sui progetti e le volontà future per rendere il festival sempre più ricco e affascinante, Andrea Chiodi ha parlato del suo grande desiderio di organizzare un cinema all’aperto alla 14esima cappella, così come quello di sfruttare altre aree del Parco del Campo dei Fiori, magari anche l’affascinante struttura del grande albergo. E proprio su questo punto è arrivata un’interessantissima anticipazione da parte di Giuseppe Albertini. Il presidente della Camera di Commercio ha infatti confermato la forte volontà di rilancio da parte del gruppo di privati che nel 2016 ha acquisito la proprietà del Grand Hotel Campo dei Fiori, già espressa da Andrea Buffarello, direttore della società GHP – Finalba Group, in occasione dell’inaugurazione delle aperture organizzate dal FAI nell’ambito della mostra su Giuseppe Sommaruga, che stanno riscuotendo un enorme successo.

Albertini ha dichiarato che l’intenzione della nuova proprietà è quella di far tornare il Grand Hotel un albergo di eccellenza (partendo dai primi due piani viste le dimensioni dell’edificio), ma anche riqualificare l’adiacente ristorante “Belvedere” e addirittura riattivare il secondo tratto della funicolare, chiuso ormai dal 1958. Si vuole inoltre “liberare” il tetto dalla selva di antenne e ripetitori, dislocandole, vista l’importanza strategica che il Campo dei Fiori comunque riveste per le trasmissioni, a terra, con un impatto ambientale di molto ridotto. Dato il corposo investimento compiuto, la realizzazione di questo progetto secondo Albertini potrebbe attuarsi in tempi relativamente brevi. Un progetto che se diventasse realtà coronerebbe un sogno e una speranza per l’intera città di Varese, che al “gigante addormentato” del Sommaruga dimostra continuamente il suo attaccamento.