Sconti e riso col santino. «Vogliono comprare i voti»

Urne e veleni - La campagna di Fiore a Sant’Anna. «Immorale? No, marketing territoriale»

Buoni spesa e pacchi di riso, a Sant’Anna la campagna elettorale di Busto al Centro fa esplodere la polemica. «Vogliono comprarsi i voti come faceva Achille Lauro?» si chiede il coordinatore di Risvegliamo Busto (lista Antonelli) . «Solo marketing territoriale» rivendica l’ideatore dell’iniziativa .
Quando ieri mattina Iadonisi ha visto i candidati di Busto al Centro intenti a distribuire buoni spesa ai cittadini di Sant’Anna, gli è venuta in mente la storia dell’armatore napoletano che distribuiva pacchi di pasta e addirittura scarpe spaiate per conquistarsi gli elettori dei quartieri popolari.

«Qui vedo dei santini elettorali che danno diritto ad un buono sconto del 10% nei negozi e pacchi di riso distribuiti ai cittadini – fa sapere Iadonisi – Non entro nel merito delle regole di propaganda elettorale, ma sotto un profilo etico mi sembra quantomeno un atteggiamento censurabile. Anche perché noi di Risvegliamo Busto con i nostri militanti e candidati regaliamo al massimo dei palloncini, cercando di parlare di problemi della città».
Del resto Emanuele Fiore,

fondatore del comitato #Bustomerita e candidato di Busto al Centro in abbinata con di Sant’Anna, aveva pubblicamente e in modo trasparente annunciato l’iniziativa come una forma di “marketing territoriale”: dopo il primo test ieri a Sant’Anna era previsto il bis nel prossimo weekend a Borsano. Sempre con la stessa formula dei buoni sconto utilizzabili nei negozi aderenti.
Anche , tra i fondatori di Busto Grande, definisce senza giri di parole «una schifezza» l’iniziativa di Fiore: «Firmano un codice etico e poi degenerano al livello che “se tu dai un voto a me, io do qualcosa a te”».

I pacchi di riso da un chilo sono invece stata un’iniziativa di un altro candidato di Busto al Centro. «Macchè voto di scambio, sono solo piccoli sconti a breve scadenza».
«Non stiamo regalando niente a nessuno, come fanno altri candidati che offrono aperitivi o cene – ribatte Fiore – il mio modo di fare politica è dare prima che chiedere. È una forma di marketing territoriale con cui si tenta di creare opportunità per il territorio. Una cosa è certa: gli esercizi commerciali e la gente hanno avuto un beneficio certo, noi invece nessuna certezza di avere il voto. Se chi non ci ha pensato vuole strumentalizzare, non è un nostro problema».