Usa, giudice rinvia decisione su zia Obama.Il caso slitta a 2010


Boston, 1 apr. (Ap)
– “Auntie Zeituni”, la zia del presidente americano Barack Obama che rischia la deportazione in quanto immigrata illegale, potrà rimanere negli Stati Uniti almeno fino al prossimo anno. E’ quanto ha deciso il giudice della corte di immigrazione di Boston, fissando la prossima udienza al 4 febbraio del 2010.

La decisione è stata presa dopo un’udienza che si è svolta a porte chiuse, come richiesto dall’avvocato della zia più famosa degli Stati Uniti. Zeituni Onyango, questo il suo vero nome, ha fatto parlare molto di sè sia negli ultimi giorni, in attesa della decisione de giudice, sia durante il periodo infuocato della campagna presidenziale di Obama, quando il suo caso è saltato fuori.

L’esito dell’udienza di oggi è stato dunque relativamente positivo, in quanto la donna avrà un anno di tempo per presentare, in quanto kenyota, la sua richiesta di asilo ai giudici americani. Da segnalare tuttavia che gli Stati Uniti considerano il Kenya un paese piuttosto stabile.

“Il caso è insolito nella storia americana, in quanto si tratta di un parente del presidente Usa che ha problemi con le leggi che regolano l’immigrazione – aveva commentato qualche giorno fa Mark Krikorian, dirigente del Centro per gli studi sull’immigrazione che ha sede a Washington, in un articolo pubblicato oggi sul sito Drudge Report – Per la Casa Bianca, la questione può essere un’opportunità o un campo minato. Se deciderà di attenersi alla decisione di una sua deportazione, aumenterà davvero la credibilità del presidente sull’esecuzione delle leggi sull’immigrazione”.

Dal canto suo, Obama ha sempre detto di non essere coinvolto nella questione. Ma i critici già incalzano, e tengono il caso sott’occhio, temendo che alla fine la zia Zeituni riuscirà a farla franca proprio per la parentela con il presidente.

Zeituni Onyango è la sorellastra di Barack Obama Sr., il padre per la maggior parte assente nella vita del presidente, che è morto in un incidente stradale nel 1982. Obama ha incontrato sua zia durante un suo viaggio in Kenya nel 1988, e ha parlato di lei nel suo libro del 1995 “Dreams from My Father”; il presidente ha però detto di non essere stato a conoscenza dei problemi che sua zia ha avuto con le leggi sull’immigrazione.

La zia, che ha 56 anni, è arrivata negli Stati Uniti nel 2000 per cercare lavoro e per avere una vita migliore. Il primo ordine di deportazione è scattato nel 2004, ma la donna è rimasta comunque nel paese. “E’ una donna molto simpatica che vuole vivere la sua vita – ha detto la sua vicina di casa Aida Ramos – Visto che è la zia di Obama è al centro di un’attenzione che non voleva neanche”.

Ora la sua speranza è quella di vedere accolta la richiesta di asilo negli Stati Uniti. La zia di Obama ha perso in passato molte battaglie per rimanere negli Stati Uniti legalmente. La prima è stata nel 2003, quando un giudice le ha ordinato di lasciare il paese; ricorsa in appello, la donna ha subito la sua prima sconfitta. Un altro ordine di deportazione è arrivato poi per l’appunto nell’ottobre del 2004. In molti hanno tentato di intervistarla. Ma l’atteggiamento della donna è stato sempre all’insegna della discrezione, e “Auntie Zeituni” si è sempre tenuta lontana dai riflettori. E sembra anche che oggi, in occasione dell’udienza, non abbia proferito parola, lasciando fare al suo avvocato. Silenzio assoluto da parte della donna anche quando ha lasciato il tribunale sotto la protezione federale.

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