Il Sinodo si chiude con Paolo VI Beato

All’inizio e alla fine della Messa solenne in piazza due abbracci tra Francesco e Benedetto XVI: «Montini non ha mai perso la fiducia nel Signore »

Paolo VI da ieri è Beato, decimo Papa nella storia della Chiesa, insieme ad altri 82 Papi che nel corso dei secoli sono stati nominati Santi.
Ed è stata con la beatificazione di Montini che Bergoglio ha deciso di chiudere il Sinodo sulla famiglia, quasi a suggellare con la figura di un Pontefice che innovò la Chiesa attraverso il metodo del Concilio, che anche oggi è opportuno che si faccia allo stesso modo. Insieme a Bergoglio,

al Collegio dei cardinali e tutti i padri sinodali c’era anche il Papa emerito Benedetto XVI che nel 1977 venne nominato da Montini arcivescovo di Monaco e Frisinga che sempre Paolo VI ha creato cardinale. Bergoglio ha saluto Ratzinger due volte all’inizio della Messa e alla fine, tenendogli a lungo le mani. Dopo la domanda al Papa del vescovo di Brescia monsignor Luciano Monari di iscrivere nel numero dei Beati il «venerabile servo di Dio Paolo VI, Papa» e la lettura della sua biografia, Bergoglio ha risposto in latino con la formula del rito «d’ora in poi sia chiamato Beato» e ha fissato la festa del nuovo Beato il 26 settembre, giorno della sua nascita a Concesio, nella diocesi di Brescia, nel 1897. Poi è stato scoperto l’arazzo alla loggia centrale della Basilica di San Pietro. È una foto di Paolo VI scattata da Bepi Merisio. Nell’omelia Bergoglio lo ha definito «coraggioso cristiano», «instancabile apostolo» e «grande timoniere del Concilio» e ha letto alcune parole del diario di Montini che spiegano quale deve essere lo spirito di chi guida la Chiesa: «Forse il Signore mi ha chiamato e mi tiene a questo servizio non tanto perché io vi abbia qualche attitudine, o affinché io governi e salvi la Chiesa dalle sue presenti difficoltà, ma perché io soffra qualche cosa per la Chiesa, e sia chiaro che Egli, e non altri, la guida e la salva». Poi ha commentato: «In questa umiltà risplende la grandezza del Beato Paolo VI che, mentre si profilava una società secolarizzata e ostile, ha saputo condurre con saggezza lungimirante – e talvolta in solitudine – il timone della barca di Pietro senza perdere mai la gioia e la fiducia nel Signore».
Poche parole come è nello stile di Francesco per dire che Paolo VI ha dedicato tutta la vita all’«impegno sacro, solenne e gravissimo: quello di continuare nel tempo e di dilatare sulla terra la missione di Cristo», amando la Chiesa e guidando la Chiesa perché fosse «nello stesso tempo madre amorevole di tutti gli uomini e dispensatrice di salvezza». Sono parole dell’Ecclesiam Suam, una delle encicliche di Paolo VI, che la Libreria editrice vaticana, insieme a tutti i principali documenti del pontificati di Montini, ha raccolto in un volume di quasi 2 mila pagine e che in questi giorni ha messo in vendita al prezzo speciale di soli 5 euro. Bergoglio, che indossava la casula che venne regalata a Paolo VI in occasione dei 15 anni di pontificato, ha anche ricordato che fu Paolo VI ad istituire il Sinodo dei vescovi. E ripreso il ragionamento che ha fatto sabato sera alla chiusura del Sinodo quando ha parlato della «sorpresa di Dio».