Traghetto incendiato Il giallo dei clandestini

Tra i 427 salvati anche persone non comprese nella lista passeggeri
Almeno dieci i morti. Renzi: «Soccorsi tempestivi ed efficienti»

Dopo 40 ore in balia delle onde altissime, del gelo, del fumo e delle fiamme che hanno avvolto il traghetto Norman Atlantic in viaggio dalla Grecia all’Italia, di certo al momento ci sono due numeri: i naufraghi messi in salvo, che sono 427 e quello degli italiani salvi, che sono 44 italiani (di cui 22 passeggeri).
Il numero dei morti sembra purtroppo destinato a salire: in serata, con il recupero di altri due corpi, se ne contano 10.

E rimane il giallo se la nave trasportasse altre persone che non risultano nella lista passeggeri. Che certamente dovevano esservi a bordo: già ieri mattina due clandestini afghani sono comparsi nel gruppo dei 49 naufraghi giunti al porto di Bari su un mercantile.
Per questo ieri, mentre il settimanale greco «To Vima», considerato tra i più autorevoli, ha diffuso il numero di 38 dispersi, il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, si è affrettato a precisare che «fare le previsioni sul numero dei dispersi, l’abbiamo detto anche al ministro greco, ci sembra assolutamente prematuro. I numeri sono ballerini». Sulla Norman Atlantic – ha spiegato il ministro – sono state salvate 427 persone (tra cui 56 membri dell’equipaggio), otto sono i morti (in serata sono stati però trovati altri due corpi ndr). Per un totale, provvisorio, di 437.
Sulla lista d’imbarco però i passeggeri erano 478, ma alcuni dei nomi delle persone salvate non figuravano su quella lista. Dunque il «porto d’imbarco dovrà ora verificare la corrispondenza delle liste» anche perché, durante il tragitto, il traghetto aveva effettuato uno scalo nel corso del quale alcuni passeggeri potrebbero essere scesi.
Anche il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha confermato che «continueremo a scandagliare il mare per verificare se ci fossero ancora dispersi».
Sull’imbarcazione, alla deriva per molte ore, c’è stato più di un momento di panico ed i soccorritori hanno dovuto fare i conti con il parapiglia dei naufraghi che si accalcavano cercando di essere soccorsi per primi. I militari portavano prima i bambini, le donne e gli anziani al livello dove potevano salire sull’elicottero – hanno raccontato alcuni superstiti – ma c’erano almeno una cinquantina di uomini che li picchiavano e li buttavano fuori per prendere il loro posto.
La gratitudine ai soccorritori che hanno lavorato incessantemente in uno scenario molto difficile, è arrivata ieri dal premier Matteo Renzi nel corso della conferenza stampa di fine anno. «Un intervento così ricco di passione, dedizione e tenacia ha consentito di evitare una vera e propria ecatombe», ha detto, a loro va la «mia gratitudine a nome di tutti gli italiani. Il lavoro dei nostri connazionali ci render orgogliosi del tricolore e della nostra comune appartenenza».
Il comandante del Norman Atlantic, Argilio Giacomazzi, rimasto per ultimo sulla nave, dà una prova di «serietà», ha aggiunto il presidente del Consiglio. «È stata scritta una pagina interessante e bella di serietà, ma resta una pagina drammatica per ciò che è accaduto e che ci riempie il cuore di dolore per le vittime».
E mentre tre Procure, Bari, Brindisi e Lecce indagano su quanto avvenuto, la nave Norman Atlantic è stata posta sotto sequestro. L’ipotesi di reato è omicidio colposo. «La magistratura albanese e quella italiana – ha spiegato in serata il ministero dei Trasporti – sono in contatto per decidere in quale porto verrà rimorchiata».
L’ammiraglio Nicola Carlone, della Guardia Costiera, poco prima aveva chiarito che «la nave era perfettamente efficiente, rispondeva a tutti i requisiti»: durante l’ispezione il 19 dicembre a Patrasso erano state riscontrate 6 deficienze, di cui 2 immediatamente risolte e comunque «senza rilevanza» nell’incendio. Per le altre quattro era stata prescritta la soluzione in 14 giorni, ma comunque «l’autorizzazione ottenuta per partire significa che rispondeva a tutti i requisiti».
In attesa di potere ispezionare la nave, i primi approfondimenti investigativi sono stati incentrati sulla raccolta delle testimonianze dei sopravvissuti. Molti dei 49 naufraghi portati a Bari con il mercantile Spirit of Piraeus, dopo essere stati visitati e rifocillati nella stazione marittima sono stati portati nei vicini uffici della Capitaneria di porto e qui interrogati.