Diversamente pallanuoto: era ora…

Il Progetto - La Happy Sport Team di Varese ha ospitato il primo collegiale di Waterpolo Ability

Ha trascorso qualche giorno a Varese ospite della Happy Sport Team nella piscina del Palaghiaccio. L’idea, diventata squadra di pallanuoto paralimpica, è di un vecchio leone innamorato della pallanuoto e dello sport paralimpico come Pierangelo Vignati, già medaglia d’oro nel ciclismo alle Paralimpiadi di Sidney 2000.
Responsabile tecnico è il varesino Stefano Begni, ex nuotatore e pallanuotista, oggi allenatore del settore giovanile dell’Happy Sport Team Varese. Conosciamolo. «Il progetto di Vignati mi ha stupito e al tempo stesso affascinato – racconta Begni – anche perché quando allenavo a Legnano avevo in squadra un ragazzo con disabilità perfettamente integrato. Con il primo collegiale a Varese, dove oltre ad allenarci abbiamo giocato un torneo con squadre normo, possiamo dire di aver già terminato la fase sperimentale».

Ho conosciuto e allenato un consistente numero di giocatori ma raramente ho visto la forza di volontà che vedo in questi ragazzi.

Altra cosa che m’ha colpito da subito è la felicità che deborda nei loro occhi ogni volta che si tuffano in acqua, abbattendo ogni ostacolo che purtroppo ancora limita la quotidianità di ognuno di loro.

All’inizio pensavamo di reclutare solo atleti con disabilità fisica ma in poco tempo e in modo quasi naturale abbiamo aperto anche a quella intellettiva. Le difficoltà sono tante ma non quante le gratificazioni dal punto di vista umano. Chi è più in difficoltà ti insegna a come rapportarti con lui. Prima di tutto al suo fianco in acqua per condividere quanto più possibile il suo stato d’animo, le paure fino alla gioia di ogni piccola conquista in termini di prestazioni e autonomia.

A

desso anche noi come staff dobbiamo crescere come sono cresciuti in pochissimo tempo questi giovani «pionieri» della pallanuoto paralimpica. Molti allenatori da ogni parte d’Italia ci stanno contattando per avere informazioni e offrirci la loro disponibilità.

Gli spazi acqua sono scarsi ovunque. La nostra presenza in una piscina comporta per le società che ci ospitano il sacrificio di corsie per attività e lezioni fonti di ricavo. Ecco perché siamo davvero grati all’Happy Sport Team per come ci ha supportati nel nostro soggiorno varesino.

Anche in questo senso ci riteniamo fortunati perché da quando siamo partiti papà e mamme sono diventati parte integrante della nostra attività. Purtroppo in Italia resiste ancora in troppi genitori la barriera culturale del non considerare lo sport come un percorso educativo e formativo che va al di là di ogni disabilità.

Una condizione oggettiva, stimolo per tutti noi a moltiplicare impegno, passione e professionalità.